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Rinviato il decreto legge per lo sblocco dei pagamenti. L’Ance esprime soddisfazione

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Secondo l’associazione dei costruttori, è giusta la pausa di riflessione che il Governo si è preso per evitare un allentamento troppo condizionato del patto, che rischia di rivelarsi inefficace


È stata rinviata l’approvazione del decreto legge per lo sblocco dei pagamenti alle imprese e ai progettisti. Saranno necessarie ulteriori valutazioni prima di procedere con il via libera.

L’Ance ha accolto con soddisfazione lo stop, evidenziando le criticità presenti nel testo. “L’emanazione del decreto pagamenti può rappresentare un importante primo passo per saldare i debiti con le imprese, ma bisogna evitare di introdurre nuovi vincoli e sanzioni che rischiano di compromettere i risultati attesi”, ha dichiartato il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti.

Inaccettabile secondo i costruttori, che insieme ai sindaci dell’Anci sono i promotori della battaglia per il pagamento dei debiti della Pa verso le imprese (oltre 20 miliardi solo quelli del settore dell’edilizia), è soprattutto la norma che prevede l’impossibilità per gli enti autorizzati a pagare le imprese di realizzare nuovi investimenti per i successivi 5 anni.
 
“Non si capisce il motivo per cui un ente che lo stato autorizza a pagare i debiti debba poi essere così pesantemente penalizzato: così dal patto di stabilità si passa a un patto per il non sviluppo!”.   
 
Inoltre secondo Buzzetti, appare incomprensibile la norma che autorizza gli enti locali virtuosi a pagare solo 5 degli 11 miliardi in cassa. Così come desta sconcerto il fatto che per il 2014 siano previsti zero pagamenti per spese in conto capitale e quindi per investimenti.

Ci vuole più coraggio da parte dell’Italia che deve varare misure efficaci per rimettere in moto l’economia e promuovere lo sviluppo, come d’altronde ribadisce anche Bruxelles e in particolare il vicepresidente Tajani”.
 
Non possiamo, infatti - conclude il presidente dell’Ance - limitarci a introdurre un allentamento del patto talmente condizionato e di così breve gittata da rischiare di produrre effetti minimi e poco incisivi. Le imprese chiedono misure forti: modificare il patto di stabilità e concordare con l’Europa un pacchetto di interventi per la crescita è obiettivo non più differibile e sul quale si devono misurare tutte le istituzioni e la politica italiana. Nessuno escluso”.