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Rischio idrogeologico in aumento sul territorio italiano

Sicurezza e Sistemi di Protezione di
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Aree ritenute sicure adesso non lo sono più: negli ultimi 7 anni siamo passati dal 9,8% al 15,8%. Secondo i geologi, per fare prevenzione è necessario istituire il “geologo di zona”

In Italia è in aumento il rischio idrogeologico. L’esposizione al rischio idro-geomorfologico dal 2008 ad oggi è aumentata: la superficie delle aree definite a pericolosità geomorfologica/idraulica è passata dal 9,8% al 15,8% del territorio nazionale. Un dato preoccupante che scaturisce dal confronto tra le elaborazioni del Ministero ambiente 2008 e ISPRA 2016”.  Lo ha denunciato Carlo Malgarotto, Segretario dell’Ordine dei Geologi della Liguria e Coordinatore del Gruppo di Lavoro su Dissesti ed Alluvioni del Congresso Nazionale dei Geologi in programma a Napoli dal 28 al 30 Aprile.

“L’incremento è dovuto anche all’errore di considerare 'in sicurezza' zone nelle quali sono stati realizzati interventi di difesa del suolo - ha proseguito Malgarotto - e per questo aumentare il carico urbanistico, mentre il rischio zero non esiste, come dimostrano gli eventi recenti”.

I Geologi proporranno al Governo una soluzione concreta
Per fare prevenzione è necessario istituire il “geologo di zona” ed al congresso illustreremo il progetto per farlo a 'costo zero'. Questa azione serve a garantire un monitoraggio continuativo ed esperto del rischio idrogeomorfologico - ha dichiarato Lorenzo Benedetto, Consigliere Nazionale dei Geologi - a mobilitare anche in 'tempo di pace' le competenze tecniche e gli strumenti di sorveglianza che l’ordinamento riserva oggi agli organismi funzionanti solo per il tempo dell’emergenza, in modo da dare efficacia alle misure non strutturali di previsione e prevenzione del rischio idro-geomorfologico contenute nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 27/02/2004, attraverso nuovi e più vincolanti obblighi di ottemperanza a carico degli enti territoriali interessati.
Un ulteriore elemento importante è senza dubbio la necessità di migliorare la qualità delle opere di consolidamento e di sistemazione dei dissesti. L’esperienza ci indica che per fare questo è necessario prevedere anche la presenza del geologo nelle commissioni di gara, di collaudo e nell’Ufficio di Direzione Lavori delle opere di mitigazione del rischio idro-geomorfologico e di difesa del suolo”. Ulteriori informazioni su www.congressonazionalegeologiitaliani.it.

Sono necessarie azioni di carattere normativo
Ci deve essere un radicale cambio culturale nell’approccio al rischio idrogeomorfologico - ha concluso Carlo Malgarotto, Segretario Geologi Liguria - non si può pensare di risolvere le criticità solamente con interventi strutturali, le nostre proposte indicano la strada per una reale mitigazione del rischio anche a medio e lungo termine, ricordiamoci che sono in gioco le vite dei cittadini e la nostra economia, come può esserci crescita in una Italia che frana? Le azioni necessarie sono di carattere normativo, politico e culturale, proponiamo di superare la complessità del quadro normativo con l’emanazione di un testo unico sulla difesa del suolo e di una Direttiva europea per il rischio idro-geomorfologico e la gestione dei versanti; consideriamo fondamentale recuperare gli equilibri idro-geomorfologici dei versanti contenendo le modifiche, introducendo le aree di pertinenza idrogeomorfologiche e superando la dicotomia tra rischio geomorfologico e idraulico; promuoviamo il ricorso a misure non strutturali di mitigazione del rischio, comunicando e sensibilizzando la popolazione. Riteniamo poi il Programma di gestione dei sedimenti una indubbia opportunità di cambio di rotta e di crescita culturale: solo l’approfondita conoscenza dei fenomeni che avvengono nei nostri bacini idrografici, caratteristica della figura professionale del geologo, può fornire soluzioni e indirizzi per mitigare il rischio idrogeomorfologico, anche a medio e lungo termine”.