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Ritenute sugli appalti: le imprese italiane insorgono

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Ritenute sugli appalti: le imprese italiane insorgono
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Abi, Ance, Assonime, Confindustria, R.ETE. Imprese Italia (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) hanno scritto al Ministro dell’Economia

Le imprese italiane temono un blocco per interi settori. La paura deriva dalle nuove regole in materia di ritenute negli appalti. Cerchiamo di capire il motivo di questa preoccupazione.

Abi, Ance, Assonime, Confindustria, R.ETE. Imprese Italia (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) hanno scritto al Ministro dell’Economia Gualtieri per chiedere la soppressione delle nuove regole o, almeno, di procrastinarne l’entrata in vigore al 1° luglio 2020, applicandole ai contratti stipulati dal 1° gennaio 2020.

Perchè l’applicazione delle nuove regole è così problematica?

Ci sono ancora molti profili che richiedono ulteriori approfondimenti per consentire l’adeguamento dei processi gestionali e amministrativi, sia delle imprese committenti sia di quelle esecutrici. Infatti poter confidare su un quadro regolatorio chiaro in tutti gli aspetti è un presupposto imprescindibile per consentire alle imprese di riorganizzare, una volta per tutte, i processi amministrativi e gestionali e di eseguire correttamente i nuovi adempimenti che, altrimenti, si pretenderebbe di ottenere “al buio” dal prossimo 17 febbraio.

Molte imprese segnalano il concreto pericolo che la nuova disciplina possa bloccare l’attività di interi settori. E’ necessario inoltre un sistema automatizzato e digitalizzato di rilascio dei certificati per evitare il rischio ingolfamento degli Uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

Il mondo imprenditoriale rinnova, ancora una volta, la disponibilità ad individuare soluzioni alternative che, a parità di efficacia, evitino oneri spropositati a carico delle imprese.