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Subappalto: l’Europa richiama l’Italia. E l’Ance sorride

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La sentenza della corte europea è solo l’ultimo degli atti con cui si richiama il nostro Paese a rispettare le regole comunitarie a difesa della concorrenza

Un’altra norma italiana viene dichiarata illegittima dalla Corte europea. Riguarda il subappalto e conferma la linea di pensiero dell’Ance, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.

L’Europa ha bocciato il limite massimo del 30% al subappalto. L’Ance ha sostenuto questa tesi sin dall’entrata in vigore del Codice Appalti del 2016, con un esposto presentato alla Commissione europea, che vede in questa norma una grave violazione della libertà di organizzazione d’impresa, incompatibile con le direttive Ue sugli appalti.

Troppe restrizioni alla concorrenza

La sentenza è solo l’ultimo degli atti, culminato nella procedura d’infrazione di gennaio di quest’anno, con cui l’Europa richiama il nostro Paese a rispettare le regole comunitarie a difesa della concorrenza. A livello europeo, infatti, non sono ammesse restrizioni, in via generale e astratta, al subappalto, come invece è attualmente previsto nell’ordinamento italiano, anche dopo le modifiche dello Sblocca Cantieri.

“Questa sentenza chiarisce, una volta per tutte, la correttezza delle posizioni che l’Ance ha sempre, con trasparenza, portato avanti in tutte le sedi istituzionali” commenta il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, che afferma: “Non è più rinviabile un intervento complessivo del legislatore per allineare la normativa italiana a quella europea a tutela di tutte le tipologie d’impresa, nessuna esclusa”.