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Un palazzo ecologico firmato Renzo Piano

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E' stata inaugurata sabato la nuova sede della California Academy of Sciences, a San Francisco, già definita dalla stampa come il "museo più verde degli Stati Uniti"



La California Academy of Sciences (Accademia delle Scienze della California) è un istituto di ricerca ed uno fra i dieci maggiori musei di storia naturale del mondo ed uno dei più antichi degli Stati Uniti d'America.

Fondata a San Francisco, in California, a bordo di un veliero, nel 1853, l'edificio ospita in un'unica sede dodici edifici costruiti a varie tappe in circa ottanta anni di vita, alcuni dei quali seriamente danneggiati dal terremoto del 1989 che distrusse anche i padiglioni in stile coloniale del vicino De Young Museum, ricostruito l'anno scorso su progetto degli svizzeri Herzog & de Meuron.

Dopo un periodo di chiusura, è stata dunque riaperta al pubblico il 27 settembre 2008, con la presentazione della nuova struttura “eco – sostenibile”

Situata all'interno del Golden Gate Park, la struttura occupa una superficie di 38mila metri quadrati e comprende un museo di storia naturale, un acquario e un planetario.

Il suo ideatore l'ha definito "un edificio che respira".
Sul tetto, che è ricoperto di verde con quasi un milione e mezzo di piccole piante native della California, sono state installate 60mila celle fotovoltaiche per consentire l'isolamento termico dell'intero edificio e per contribuire al risparmio energetico.

L'autore è un italiano, Renzo Piano, l'italiano più famoso in America visto che ha firmato in poco più di dieci anni tutte le più prestigiose istituzioni culturali del Paese, dalla sede del New York Times e della Morgan Library a New York, dal Kimbell Art Museum di Forth Worth alla Columbia University di New York:.

Una «Ferrari a zero consumi e zero emissioni», la definisce Piano con ironia: un gioiello di alta tecnologia ad elevato gradiente poetico, dove per la prima volta in maniera convincente la sostenibilità esce fuori dal gergo degli ecologisti e dei costruttori edili per entrare organicamente nell'arte del costruire.

Visto da lontano, infatti, il segno distintivo del museo è una sorta di prato sospeso al posto del tetto: una leggera ondulazione di colline erbose alta circa dieci metri sul suolo, come se un lembo di parco fosse stato sollevato per nascondervi sotto il mondo della scienza.

Il New York Times dedica un lungo articolo alla nuova opera di Piano, e il critico del quotidiano Nicolai Ouroussoff, che aveva stroncato il grattacielo costruito, dal famoso architetto, a Manhattan .

Lo stesso Times, e' questa volta entusiasta. ''La visione di Piano evita qualsiasi arroganza'', scrive tra l'altro il critico, aggiungendo che: ''il carattere etereo della struttura dell'Accademia suggerisce una forma di riparazione dei gravi danni che gli uomini hanno provocato al mondo naturale''

Ma vediamo nel dettaglio le particolarità del progetto:

Il DOPPIO TETTO 'verde', con prato e piante che ricorda un paesaggio di colline.
• il tetto-giardino, parte integrante del museo, perché è una serra sperimentale all'aria aperta per la coltivazione e la conservazione di specie originarie della flora californiana. La forma delle colline è modellata sui grandi volumi del Planetarium e dell'Acquarium, è inoltre interamente percorribile e permette al visitatore di immergersi nell'osservazione dell'habitat naturalistico ricreato in alta quota

• lo stesso tetto è inoltre circondato da un bordo di vetro con 60 mila microcristalli sensori che captano l'energia solare: sono le cellule fotovoltaiche di nuova generazione, le quali forniscono il 5% dell'energia per l’illuminazione.

• È presente anche un rivestimento di terra di un metro e mezzo uno spessore, che garantisce un abbassamento della temperatura all'interno di circa 10 gradi più efficiente di un normale tetto.

• il Centro non ha aria condizionata e la caratteristica più rivoluzionaria è costituita dalle maniglie delle grandi vetrate dei laboratori, apribili alle brezze della baia. In questo modo si sfrutta il clima naturale di San Francisco, dalle nebbie estive ai venti dell'oceano, per un condizionamento naturale che entra dalle finestre.
Piano spiega così la sua scelta innovativa «I musei - di solito sono opachi e pieni di luoghi chiusi al pubblico. Sono il regno delle tenebre dove si entra con un certo timore. Qui siamo nel mezzo di un parco straordinario e non ha senso chiudersi dentro, tagliando fuori la natura».

STRUTTURE METALLICHE. L'85% delle strutture metalliche utilizzano materiali riciclati. Persino gli scarti dei jeans sono stati impiegati con successo come materiale isolante. È uno dei motivi per cui l'edificio è stata subito definito «il museo più verde degli Stati Uniti» e insignito del riconoscimento più alto in materia di sostenibilità.

«Non ho inventato nulla di nuovo - dice Piano - quel tetto vivo, animato, che respira e dialoga con la natura circostante, l'ho ripreso da tradizioni antichissime delle nostre campagne, delle nostre montagne. La massa di terra e lo strato di vegetazione sopra i tetti di notte accumula umidità, diventa un isolante termico quando arriva il sole e il calore del giorno».

Piano sa di esibirsi davanti al pubblico più esigente del mondo: «Ricreare il museo di scienze naturali proprio qui a San Francisco, è come per un tenore affrontare la prima alla Scala». Questo progetto è stato voluto fortissimamente dalla città, e in tempi record, dopo che la sede precedente della California Academy era stata danneggiata irrimediabilmente dal terremoto dell'89.

A conclusione del discorso di presentazione, l’architetto italiano spiega, così, l’esigenza di una costruzione ecologica « bisognava che questo organismo vivente fosse pronto a muoversi costantemente con la terra che trema, in una delle zone più sismiche del pianeta».