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Verso la conclusione del Vertice di Copenhagen

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Obama: “Accordo anche imperfetto”.

l Presidente Obama è intervenuto al summit con queste parole:“Sono venuto qui non per parlare, ma per agire. Il mondo ci guarda ed è fondamentale fare passi in avanti, indicare soluzioni”.
Obama,nemmeno arrivato, è riuscito a cogliere due risultati molto importanti: da un lato risvegliare l’entusiasmo in un vertice che soltanto ieri sembrava destinato al fallimento, dall’altro incassare dalla Cina, per bocca del premier Wen Jiabao, la disponibilità a ragionare su un accordo sul clima, dopo che ieri aveva escluso questa possibilità.

Ora però comincia il difficile. Lo stesso Obama se ne rende conto: "Abbiamo poco tempo, il tempo sta per scadere", ha detto. Anche se i negoziati, secondo quanto ha fatto intendere l'Onu, proseguiranno a oltranza fino a domenica notte. Questo perché ora un testo su cui ragionare i leader di oltre 120 Paesi del mondo c'è l'hanno: è stato messo a punto nella notte dagli sherpa. Si tratta di una sintesi degli elementi emersi nei giorni scorsi.

La bozza da un lato prospetta un nuovo periodo di vita delProtocollo di Kyoto, con impegni di di riduzione delle emissioni per i soli Paesi sviluppati anche dopo il 2012, data di scadenza del trattato. Dall’altro inquadra gli oneri dellegrandi economie emergenti (come Cina, India e Brasile) in un accordo di respiro globale il quale dovrebbe consentire di rispettare le richieste degli scienziati.

 L'Ipcc, che ha fornito la base scientifica ai negoziati, ha indicato che per evitare conseguenze catastrofiche è necessario contenere l'aumento della temperatura media del globo entro due gradi rispetto all’epoca pre-industriale, questo è dunque l’obiettivo che si prefigge anche la bozza.

Tuttavia, per ottenerlo non basta affermarlo: bisogna rispettare precisi target di riduzione. Sempre l’Ipcc parla di un taglio delle emissioni globali del 50 per cento. L’Unione europea si è impegnata a ridurre le proprie emissioni del 20 per cento entro il 2020, e del 30 per cento in caso di accordo globale.

Obama ha ribadito oggi la disponibilità degli Stati Uniti ad abbassarle del 17 per cento entro il 2020, ovvero solo il 4 per cento rispetto al 1990. Il presidente degli Stati Uniti ha detto che a questo punto è accettabile “un accordo anche se imperfetto”.
 Il Guardian è giunto in possesso di uno studio delle Nazioni Unite che dimostra come se i vincoli ai gas serra resteranno quelli proposti durante i negoziati, non si riuscirà a limitare la temperatura a 2 gradi, ma si raggiungeranno i 3 gradi centigradi di aumento. Sarebbe la catastrofe, con centinaia di milioni di persone a rischio e immigrazioni di massa.

I tagli alle emissioni vanno a braccetto con i fondi ai Paesi poveri. L'ultimo testo messo a punto la notte scorsa recepisce la proposta europea di destinare un fondo di 100 miliardi di dollari entro il 2020, dopo che ieri aveva ottenuto anche il via libera dagli Usa. Prevede inoltre una partenza immediata dei finanziamenti con un pacchetto di aiuti di 10 miliardi di dollari all'anno tra il 2010 e il 2012, per passare a 50 miliardi di dollari annualmente fino al 2015 e 100 miliardi entro il 2020.