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“Edilizia: innovare nel progetto”. La tavola rotonda organizzata da Mapei

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S’è svolto a Milano un interessante incontro incentrato sul progetto City Life, a cui la Mapei partecipa attivamente. Presenti i vertici dell’azienda e dell’Ance


Giovedì 21 giugno 2012 si è tenuta nello Spazio City Life di Milano la tavola rotonda organizzata da Mapei che aveva per titolo “Edilizia: innovare nel progetto”; moderatore della serata, il direttore de Il Sole 24 Ore Roberto Napoletano. Al centro degli interventi è stato il progetto City Life, a cui la Mapei partecipa attivamente. Il momento dei saluti è stato affidato in prima battuta agli organizzatori Mapei, nella persona di Adriana Spazzoli, direttore marketing e comunicazione.

“Quest’anno la Mapei festeggia i suoi 75 anni di vita: un’azienda con un grande passato alle spalle e con un roseo futuro davanti. Innovazione è sempre stata una delle parole d’ordine preferite dell’azienda, che celebra il suo anniversario partecipando a un progetto importante come City Life, che, sottolinea la Spazzoli, rappresenta l’esempio più significativo in Italia di un progetto nuovo e innovativo, ma integrato all’interno del tessuto caratteristico della città di Milano, nel rispetto della tradizione”.

Dopo il saluto della rappresentante Mapei è intervenuto anche Claudio Artusi, presidente e amministratore delegato City Life, il quale ha esposto i motivi per cui il progetto City Life rappresenta un evento tanto importante per la città di Milano. “Il progetto, finanziato da Generali e Allianz, sorge su un’area storica di Milano, quella della Fiera, che per quasi un secolo ha rappresentato la vetrina dell’innovazione nel mondo: ora con il progetto City Life la stessa zona diventa simbolo mondiale di un nuovo modo di vivere la qualità urbana.

“In questo senso la Mapei rappresenta il partner ideale per un progetto del genere - ha continuato Artusi - un’azienda di così lunga storia, che ha ormai raggiunto un rilievo internazionale, ma che non dimentica le proprie radici e anzi scende in cantiere, nella persona della sua carica più alta, Giorgio Squinzi, per discutere con competenza di materiali e modalità di posa con gli operai. Qualità e innovazione non devono portare a uno slancio verso il futuro che dimentichi i valori fondamentali: il futuro lo si costruisce con radici profonde. È questo in definitiva il messaggio che il presidente di City Life vuole lanciare.

Ha concluso il momento istituzionale dei saluti il Presidente di Assoimpredil ANCE Lombardia Claudio De Albertis: il suo intervento ha portato alla luce le difficoltà che il settore dell’edilizia sta vivendo in questo momento. In particolare De Albertis ha segnalato due grossi limiti che subisce il mondo edilizio: in primis, il frazionamento, visto che sono censite dalle Camere di Commercio italiane ben 900.000 aziende edili.

Per De Albertis “bisogna capire come questo limite possa diventare un’opportunità”: la soluzione proposta è quella di “credere nelle reti d’impresa e fare in modo che “il prodotto edilizio possa diventare un prodotto industriale”, cioè che si abbia una rete di aziende che si prenda in carico dell’intero processo, dal finanziamento, alla gestione, alla progettazione e naturalmente alla costruzione. Di massima importanza è anche un ritorno alle politiche aziendali di qualche anno fa, in cui l’obiettivo non sia fare una “gara sui ricavi ma riposizionare l’impresa diminuendo i costi ma aumentando la qualità”.

Il secondo problema da fronteggiare, secondo De Albertis è l’enorme corpus di leggi e norme, sia statali che locali, a cui l’impresa edile deve soggiacere, per risolvere il quale De Albertis propone addirittura una “moratoria di due anni: non si scrive, non si fa più niente, abbiamo già regole a sufficienza.” Importante è anche mettere un freno a quelle normative di carattere strettamente tecnico portate avanti e difese dalle varie lobbies dell’edilizia. Una grande alleanza fra tutti gli attori della filiera è dunque l’auspicio finale del Presidente De Albertis.

A seguire, al termine della tavola rotonda, l’intervento di Paolo Buzzetti, Presidente ANCE. Anche Buzzetti ha parlato della difficile situazione dell’edilizia in Italia, ribadendo come la legislazione attuata finora non abbia aiutato lo sviluppo del settore edile, ma anzi lo abbia depresso sempre più. Per uscire dall’impasse è importante puntare più che sulle nuove costruzioni sulla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, non solo con interventi mirati, ma anche con progetti più ampi che intervengano sulla riqualificazione urbana delle periferie. City Life dunque rappresenta un esempio virtuoso della direzione da seguire: il futuro dell’edilizia italiana sta “nell’attenzione per le cose belle, per la qualità e per la tecnologia”. Questi in sintesi gli spunti di riflessione proposti dal Presidente ANCE.

La parola è passata poi a Giorgio Squinzi, Presidente Mapei e di Confindustria, che ha tirato le fila dei discorsi fatti lungo tutta la serata. Parlando di City Life, Squinzi ha sottolineato come si tratti di un vero e proprio piano di trasformazione della città: un piano su cui all’inizio si era mostrato piuttosto scettico, soprattutto a causa delle catene della burocrazia italiana che credeva avrebbero bloccato il progetto allungandone indefinitamente i tempi di realizzazione. Invece il progetto è arrivato in fondo con una tempistica che, per il nostro paese, è assolutamente ragionevole. Il Presidente si è detto particolarmente orgoglioso e lieto del nuovo assetto che avrà quest’area.

“Come Presidente di Confindustria - ha continuato - ritengo che questo cantiere sia un'operazione veramente straordinaria ed emblematica di quello che dovrebbe essere il comportamento virtuoso nel nostro paese per uscire da questa crisi, la più importante dal ’29, e per creare occupazione.” Il cantiere City Life, allora, rappresenta “un cantiere simbolo che ci dice quale deve essere la strada verso il futuro”, la strada che deve essere seguita dal gran numero di piccoli cantieri in Italia che lavorano sulla riqualificazione. Per Squinzi, insomma, il nostro paese ha “veramente bisogno di ripartire” e un volano per lo sviluppo economico può sicuramente essere rappresentato dall’edilizia, con progetti come quello milanese.