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MWH presenta il Canale di Panama a un convegno sull’ampliamento del Bosforo a Istanbul

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L’obiettivo del convegno era di stimolare il dibattito tecnico sull’effettiva possibilità di realizzare l’opera, attingendo all’esperienza mondiale di Panama nel campo delle infrastrutture per il trasporto su vie d’acqua


MWH, società multinazionale di ingegneria e consulenza ambientale, ha presentato il progetto del Canale di Panama a un convegno sull’ampliamento del Bosforo organizzato da MUSIAD, associazione di imprenditori turchi, lo scorso 14 gennaio a Istanbul. A rappresentare MWH tra i relatori, gli italiani Stefano Susani, Operations Director e Antonino Rapisardi, Business Development Manager di MWH Sud Europa, che hanno raccontato l’impresa di Panama e, in particolare, il progetto del nuovo set di chiuse che sarà terminato nel 2014 e che vede MWH capofila del team internazionale di progettisti.

L’incremento del traffico nel Bosforo, la rapida crescita economica e commerciale della Turchia e ragioni di sicurezza nei trasporti, hanno suggerito al Premier Erdogan l’esigenza di creare una via alternativa per unire il Mediterraneo al Mar Nero e, quindi, l’Europa all’Asia, “duplicando” il canale del Bosforo attraverso il nuovo Canale di Istanbul.

L’obiettivo del convegno, che ha visto la partecipazione di oltre 200 persone ed ha suscitato una grande attenzione nei media turchi, era di stimolare il dibattito tecnico sull’effettiva possibilità di realizzare l’opera, attingendo all’esperienza mondiale nel campo delle infrastrutture per il trasporto su vie d’acqua, partendo, appunto, da Panama.

Il Canale di Panama, infatti, per caratteristiche topografiche, sembra essere uno dei modelli maggiormente perseguibili per chi progetterà il Canale di Istanbul, sebbene non sia ancora ben chiaro il luogo esatto dove il nuovo canale sarebbe realizzato.

Non ci sono ancora elementi sufficienti per fare valutazioni”, sottolinea Susani, “tuttavia, la conformazione topografica del territorio turco sembra ricordare maggiormente quella panamense rispetto a quella di Suez. A Panama i dislivelli del terreno, le alture e la presenza della giungla, hanno reso indispensabile l’utilizzo di un sofisticato sistema di chiuse che permettesse di sollevare e abbassare le navi durante il passaggio e di raccogliere parte delle acque movimentate in appositi water saving basins.

MWH lavora per il Canale di Panama da oltre cinquanta anni e conosce bene le sfide legate a questo tipo di opere”, aggiunge Rapisardi. “L’invito che abbiamo ricevuto da MUSIAD e la risonanza mediatica del convegno, mostrano la grande attenzione dell’opinione pubblica turca verso questo ambizioso progetto. In effetti, la realizzazione di opere così imponenti, se condotte in armonia con il territorio, offre un impulso eccezionale all’economia dei Paesi coinvolti. Come esperti di grandi opere infrastrutturali, guardiamo con notevole attenzione a questo tipo di progetti.