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Riqualificazione: quale futuro dopo il Superbonus? L’indagine

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Riqualificazione: quale futuro dopo il Superbonus? L’indagine
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Come può continuare il processo di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio del nostro Paese? È la domanda a cui risponde un’interessante indagine

Il Superbonus come lo conoscevamo non c’è più, ma la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio italiano continua ad essere decisiva, per il raggiungimento degli obiettivi europei, per l’ambiente e per ridurre i consumi delle famiglie. Che futuro ci aspetta?

Con il coinvolgimento di attori della filiera, amministratori di condominio e operatori della finanza, attraverso la partecipazione a tavoli di lavoro e l’avvio di indagini quantitative, coordinati da Ppan come content creator, Nomisma e Gabetti Lab hanno formulato una proposta operativa per la ripartenza del settore nel post 110. I tavoli tematici hanno visto la partecipazione di una sessantina di interlocutori privilegiati, chiamati a discutere di soluzioni e indirizzi per il futuro.

Tra le priorità e le richieste, in un virtuoso dialogo tra pubblico e privato:

- la necessità di un piano strategico degli investimenti con modularità temporale a non meno di 3-5 anni;

- l’adozione di un meccanismo redistributivo dell’aliquota;

- l’introduzione di strumenti di tipo ESCO sul privato ed EPC sul pubblico;

- la reintroduzione della cessione del credito.

Le survey in particolare hanno consentito di rilevare l’opinione di tre target direttamente coinvolti nel processo di riqualificazione edilizia del patrimonio residenziale: le famiglie, gli amministratori in qualità di “antenne all’interno delle comunità condominiali”, la filiera delle costruzioni costituita da imprese e professionisti.

Le famiglie

Secondo i dati del report redatto a valle di questa attività di studio e ricerca, lo sguardo delle famiglie ha messo in evidenza una consolidata consapevolezza riguardo alla necessità di riqualificare il proprio patrimonio abitativo. Sette famiglie su 10 dichiarano di conoscere la direttiva Case green e la metà percepisce una certa preoccupazione rispetto agli effetti che potrebbe avere sulla comunità, con particolare riguardo ai costi da sostenere per l’adeguamento energetico. Ancora, una su due ritiene che la propria abitazione necessiterebbe di interventi di manutenzione straordinaria, che nella metà dei casi finora non sono stati condotti per i costi. Infine, 7,9 milioni di famiglie esprimono l’intenzionalità di riqualificazione, a fronte di un Superbonus “riconfigurato” con aliquote commisurate secondo differenti criteri.

Gli amministratori di condominio

In linea con queste aspettative, l’indagine agli amministratori di condominio, rivolta al network Gabetti Lab con una quarantina di interlocutori, che complessivamente gestiscono 5000 condomini, riflette da un lato le difficoltà dei proprietari di casa, dall’altro le preoccupazioni del mondo della filiera. Tra le evidenze, si segnala che:

- il 90% degli amministratori intervistati ha fatto esperienza di 110% all’interno dei condomini amministrati;

- il 67% degli amministratori intervistati denuncia casi di cantieri bloccati nei condomini, nella metà dei casi anche per problematiche connesse alla cessione del credito;

- quasi la metà degli amministratori intervistati non esprime fiducia verso la possibilità di risoluzione di queste problematiche.

Imprese, studi professionali, general contractor e attori del mondo delle costruzioni

Gli intervistati (85) testimoniano invece una strutturazione interna sostanziale, resasi necessaria per far fronte alle complessità procedurali del Superbonus. I risultati dell’indagine mostrano l’adozione di nuovi modelli organizzativi interni, l’acquisizione di nuove competenze professionali e la creazione di nuove partnership/collaborazioni con altre realtà imprenditoriali. A questo si aggiunge il considerevole impatto economico delle nuove progettualità, con una incidenza sul fatturato complessivo che in un terzo dei casi supera la soglia del 50% negli ultimi 3 anni. Non mancano tuttavia le criticità, legate in primis al blocco dei progetti in itinere, una casistica che ha coinvolto la maggioranza assoluta degli addetti ai lavori intervistati.

A fronte di questo quadro di riferimento, si intravedono alcune condizioni imprescindibili per una strategia di riqualificazione del patrimonio edilizio credibile e compatibile con le esigenze di finanza pubblica. Ci vorrà uno sforzo di riqualificazione di 1,8 milioni di immobili in 10 anni, non sarà semplice, visto che con questa ondata senza precedenti di riqualificazione è stato efficientato meno del 4% del parco residenziale italiano.

 

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