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Abusivismo edilizio: cosa si sta facendo per la demolizione?

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Abusivismo edilizio: cosa si sta facendo per la demolizione?
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Dopo le prime due campagne contro l’abusivismo edilizio, avviate negli scorsi mesi di dicembre e maggio, le demolizioni fanno un nuovo e deciso step

L’abusivismo edilizio è una piaga per il nostro Paese. A destare maggior preoccupazione sono quelle opere che, a causa della loro posizione o di altri fattori, non sono sicure. Ma sono in arrivo nuove risorse per la demolizione.

Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili assegna 3 milioni di euro (esattamente 2,99 milioni) a 32 Comuni in 13 Regioni per agevolarli nell’abbattimento delle opere realizzate senza i necessari permessi in aree a rischio sismico, idrogeologico o sottoposte a tutela e per le quali sono state emanate ordinanze di demolizione. Le risorse, sulla base dei criteri di ripartizione del cosiddetto ‘Fondo demolizioni’, vengono assegnate ai Comuni a copertura del 50% del costo degli interventi di abbattimento o rimozione delle opere abusive, incluse le spese tecniche e amministrative e quelle connesse al trasferimento e smaltimento dei rifiuti derivanti dalle demolizioni.

Tre campagne da dicembre 2020 ad oggi

A maggio scorso era partita la campagna volta a raccogliere le richieste di contributo da parte delle Amministrazioni. Il nuovo decreto fa seguito a quello già emanato a dicembre 2020, che attribuiva a 32 Comuni in 14 Regioni circa 3,4 milioni di euro per supportali nella lotta all’abusivismo e nell’attività di recupero di suolo.

Lunedì 13 settembre s’è aperta una nuova campagna, la terza, che durerà fino al 13 ottobre. I Comuni possono presentare ulteriori richieste di contributo registrandosi sull’apposita piattaforma.