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Al SAIE di Bologna si fa il punto su edilizia e ricostruzione

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“Siamo tutti in attesa di capire come il settore riesce a reagire per tornare al centro delle dinamiche economiche”, ha dichiarato Franco Boni, presidente BolognaFiere

Casa Italia, primo passo verso una filiera delle costruzioni 4.0. In linea con il piano del governo, che punta ad aggregare la filiera e ad investire congiuntamente per un rinnovo del Paese, BolognaFiere dialoga con architetti, geometri, ingegneri e costruttori, facendo tesoro delle loro competenze e delineando insieme le visioni per il prossimo futuro. SAIE 2016 ha aperto la sua 52esima edizione coinvolgendo Ance, Federcostruzioni, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Oice: la rappresentanza dell’intero settore per commentare i dati di congiuntura e previsione elaborati dal Cresme e illustrati pubblicamente il 18 ottobre in apertura della manifestazione fieristica.

Siamo tutti in attesa di capire come il settore riesce a reagire per tornare al centro delle dinamiche economiche. Come SAIE abbiamo un atteggiamento ottimistico e di fiducia - ha dichiarato Franco Boni, presidente BolognaFiere - ma siamo consapevoli che tra gli operatori si registrano ancora pesanti situazioni. Tra i segnali positivi registriamo quelli del settore immobiliare in ripresa, dei movimenti creditizi legati alle transazioni, del fermento sul tema della ristrutturazione trainata dagli incentivi”. Boni ha ribadito l’annuncio di un piano di revamping per il quartiere fieristico di BolognaFiere con un nuovo concetto di spazialità, in linea con criteri di bellezza e sostenibilità.

Boni, insieme a Gabriele Buia, Vice Presidente vicario di Ance e a Giuseppe Cappochin, Presidente Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, ha auspicato un intervento pubblico a supporto dell’impegno e dell’attività dei privati.

Gabriele Buia, Vice Presidente vicario di Ance, in rappresentanza delle imprese di costruzione, ha sottolineato come Casa Italia debba essere l’occasione per voltare pagina. “Per l’Ance resta una priorità programmare interventi sul tema sismico e sul dissesto idrogeologico - ha dichiarato Buia - in un’ottica di prevenzione sistematica che metta in sicurezza il patrimonio immobiliare. Per intervenire operativamente la priorità per i costruttori è quella della conoscenza, e sul fronte dell’antisismica il primo passo sono le diagnosi mirate”. Più in generale Buia ha ribadito che l’Ance ha chiesto al governo un supporto, accordato nella recente legge di Bilancio, sul fronte degli incentivi, sulla cessione di benefici fiscali a soggetti terzi, e ancora un impegno ad intervenire nelle zone della ricostruzione tramite una filiera che parta dalla centralità del progetto per arrivare a una qualità nella realizzazione tramite imprese qualificate. Per l’Ance è doveroso un maggiore impegno nell’affrontare temi come la rigenerazione urbana per arrivare a definire una normazione chiara e precisa che ci permetta di intervenire sul tessuto consolidato delle città.

Il progetto Casa Italia può effettivamente rappresentare una rivoluzione per il Paese. “Per la prima volta un Governo parla di prevenzione e ha una visione della città - ha commentato Giuseppe Cappochin, Presidente Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, - ipotizzando una strategia di ampio periodo con un nuovo modello di rigenerazione che ponga l’uomo al suo centro. Ci auguriamo che nella sua articolazione più dettagliata e nelle sue fasi di realizzazione queste finalità non siano disperse a causa della macchina burocratica che, troppo spesso, paralizza il nostro Paese, soffocando iniziative in grado, come in questo caso, di proporre una visione di un futuro contesto urbano all’altezza delle sfide poste dalla globalizzazione”.

Federica Brancaccio, Presidente di Federcostruzioni, è intervenuta nel convegno inaugurale provocando il settore con una necessità di visione, possibile solo a valle di un approccio interdisciplinare. “Da Casa Italia, al piano Industria 4.0, dalle smart city al BIM. Questi sono slogan e temi all’attenzione del paese - ha dichiarato Brancaccioma - ma è necessaria una visione d’insieme. Bisogna sapere dove stiamo andando, mettere in rete la conoscenza del territorio, capire cosa va demolito e cosa ricostruito, come saranno le città del futuro. Se non abbiamo capacità di visione, sarà una crescita debole. Dobbiamo tra l’altro guardare avanti pensando al bello, rimettendo al centro le esigenze dell’uomo”.

Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri ha ricordato i temi dell’audizione al governo sul tema Casa Italia dove è stata presentata l’integrazione tra le nove professioni tecniche. “Di fronte all’emergenza tutti si spendono il progetto della prevenzione, ma spesso poi i governi se ne dimenticano. Auspichiamo che Casa Italia - dichiara Zambrano (CNI) - sia un progetto di visione e concreto, anche con misure mirate, ad esempio si dovrà poter far fronte agli interventi sui fabbricati a proprietà diffusa”.

Dall’Oice il contributo del Vice presidente Giorgio Lupoi, che ha ribadito l’importanza del progetto Casa Italia, “come occasione per ricompattare la filiera e avere una visione che punta alla riqualificazione e alla mesa in sicurezza del Paese. Lo strumento del Bim - sotto la lente di SAIE 2016 - ci costringerà a cooperare in questa direzione”.

Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, ha riepilogato i dati del Rapporto congiunturale e previsionale 2017 riportando al centro del dibattito il tema delle città e ricordando i casi di Londra e Parigi per la loro capacità di visione strategica. Cappochin d’altra parte ha portato all’attenzione di SAIE gli esempi delle capitali verdi europee, da Nantes ad Amburgo, ricordando come all’estero si lavori con un orizzonte di 20-30 anni, sulla base di un masterplan e con concorsi di progettazione che garantiscono la qualità del progetto.