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Anche la Fiper si esprime sul Piano Nazionale

Energie rinnovabili di
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La Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, che ha presentato le proprie osservazioni insieme ad altre associazioni, giudica interessanti le prospettive per il teleriscaldamento

 

Fiper ha sottoscritto insieme ad Aiel, Anev, Aper, Assolterm, Assosolare, Federpern, Fire, Gifi, Ises Italia  le osservazioni presentate al Governo sul Piano di Azione Nazionale.

Riscaldamento e raffrescamento da fonti rinnovabile vengono finalmente equiparati alla produzione di elettricità” esordisce soddisfatto Walter Righini, presidente della Fiper, che riconosce l’apertura politica del Piano di Azione Nazionale verso l’energia termica da rinnovabili.

Dall’anno scorso infatti lo scenario è cambiato grazie all’emanazione della Direttiva 2009/28/CE del 23 Aprile 2009  che sancisce parità di valore tra kWh elettrico e termico. Obiettivo ambizioso del governo italiano quello di raggiungere i 0,144 Mtep prodotti del teleriscaldamento a biomassa entro il 2020.

"Obiettivo raggiungibile - continua Righini -, a condizione che il governo definisca entro il 2010 le linee di intervento per favorire lo sviluppo e il consolidamento delle reti, elemento strategico del teleriscaldamento. Fiper riconosce la necessità espressa dal Piano di istituire Fondi di garanzia per garantire l’avvio dei nuovi impianti di teleriscaldamento.

Occorre garantire una maggiore sinergia tra i diversi attori istituzionali in modo che le imprese possano “effettivamente” usufruire in tempo reale degli incentivi riconosciuti.

In particolare per il riconoscimento dei Titoli di Efficienza Energetica - ricorda Righini - a seguito dell’emanazione delle nuove schede 21-22 dell’AEEG a inizio Aprile 2010, gli operatori attendono ancora il riconoscimento dei TEE del 2006. L’efficacia delle misure rischia di svanire se non accompagnata da un quadro legislativo chiaro, stabile che fornisca agli operatori un orientamento di medio periodo.   

Le potenzialità del biogas, invece, sembrano sottostimate rispetto a come il mercato si sta muovendo, anche con i primi impianti consortili e con le possibilità di digerire scarti agro-alimentari non altrimenti valorizzabili. E’ prioritario identificare un quadro di concertazione tra Ministero e Regioni, nel quale gli aspetti sanitari, ambientali ed energetici siano considerati in maniera unitaria e non come somma di vincoli indipendenti".