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Architetti: giusto considerare illegittimi i bandi che fissano limiti connessi al fatturato

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L'Autorità Anticorruzione ha sottolineato che non sono da ritenere congrui e proporzionati i requisiti che impongono fatturati superiori al doppio dell'importo del servizio posto a base di gara


"Ci auguriamo che nello "Sblocca Italia" siano inserite quelle misure sulla semplificazione in edilizia e  sull'apertura del mercato dei lavori pubblici già inserite nel testo originario del DL 90 sulla Pubblica Amministrazione e poi inspiegabilmente stralciate prima della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Questi provvedimenti sono infatti indispensabili per la ripresa del settore dell'edilizia e fondamentali per favorire, all'insegna della trasparenza, il mercato dei Lavori Pubblici, oggi  sempre più riservato ad un numero molto ridotto di operatori economici e pertanto notevolmente esposto a fenomeni di corruzione". Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

"Per quanto riguarda il mercato dei Lavori Pubblici la stessa Autorità Nazionale Anti Corruzione ha ribadito, con il  documento a base della consultazione on-line per la definizione di nuove linee guida sui servizi di architettura e ingegneria, che rimarrà aperta sino al prossimo 15 settembre, - al di là di valutazioni di dettaglio e secondo  quanto disposto dall'art.41 comma 2 del Codice dei Contratti - l'illegittimità dei bandi che fissano, senza congrua motivazione, limiti all'accesso alle gare per l'affidamento di servizi di architettura e di ingegneria connessi al fatturato.

In particolare, l'Autorità ha sottolineato che, in linea con i più recenti orientamenti comunitari (direttiva 2014/24/UE art.53 comma 8), non sono da ritenere congrui e proporzionati i requisiti che impongono fatturati superiori al doppio dell'importo del servizio posto a base di gara, confermando dunque la necessità di un inderogabile intervento legislativo che modifichi l'art.263 del DPR 207/2010, il quale impone fatturati ben superiori a tale limite, proprio in violazione della nuova direttiva comunitaria in materia di appalti".

"Serve - conclude il Consiglio Nazionale - una veloce ridefinizione del Codice dei Contratti che, recependo la nuova direttiva europea in materia di appalti, raggiunga obiettivi quali l'apertura del mercato dei Lavori Pubblici; il contenimento dei ribassi; il rilancio del concorso di progettazione; una maggioretrasparenza nelle composizione delle giurie; l'esternalizzazione dei servizi di architettura e di ingegneria, nonché la riduzione del ricorso alla procedura dell'appalto integrato, oggi al centro di una serie di contenziosi, che alimentano notevoli incrementi dei costi e dei tempi di realizzazione delle opere pubbliche".