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Assosegnaletica: la Manovra fiscale non tagli la sicurezza

Sicurezza e Sistemi di Protezione di
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L’associazione dice no agli emendamenti che derogano il Codice della Strada e che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro nelle PMI in tutta Italia

Pubblichiamo il comunicato stampa firmato da Rudy Fabbri, presidente di Assosegnaletica, contro gli emendamenti che derogano i il Codice della Strada, mettendo tra l’altro a rischio migliaia di posti di lavoro.

“Il malcostume di intervenire sulla manovra fiscale con proposte emendative, di diversa provenienza, con l’obiettivo di togliere risorse alla sicurezza dei Cittadini è incomprensibile. Non obbligare gli enti proprietari delle strade a destinare parte dei proventi delle multe alla manutenzione delle strade, come prescrive giustamente la legge (Art. 208 del Codice della Strada), è irragionevole.

La salute del Cittadino è un diritto sancito dalla Costituzione. Non si può derogare alla legge, nella fattispecie all’ultima riforma del Codice della Strada (legge n. 120/2010), per esigenze di bilancio di Province Comuni e Città Metropolitane.

Il Legislatore ha giustamente imposto misure in materia di destinazione dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per garantire risorse certe da destinare alla manutenzione delle strade e alle dotazioni di sicurezza: segnaletica orizzontale e verticale, barriere, asfalto.

La Corte dei Conti, d’altro canto, con recente deliberazione, ha redarguito i Comuni che illegittimamente sperperano il 50% dei proventi delle multe (che per legge devono essere destinati alla sicurezza stradale) in iniziative di nessuna utilità per la tutela dell’utente della strada.

Che dire poi degli ultimi dati ISTAT disponibili (2015). Sono allarmanti: 3.428 le vittime per incidenti stradali e il numero dei feriti è ben più alto. L’industria automobilistica ha fatto passi da gigante negli ultimi vent’anni per salvaguardare gli utenti della strada, ma poco o nulla è stato fatto sul fronte infrastrutturale. Insomma il Cittadino investe in sicurezza, mentre lo Stato se ne lava le mani ignorando che non bastano auto sicure a prevenire gli incidenti. Servono anche strade sicure. Strade progettate, costruite e manutenute in buono stato nel tempo.

Nessuno poi può negare che morti e feriti producano enormi costi sociali (in termini di danni morali, costi sanitari, mancata produttività, danni patrimoniali e costi amministrativi), che fan lievitare il debito pubblico. Le responsabilità molto spesso non sono imputabili solo ai conducenti, ma anche a inefficienze infrastrutturali. Il Parlamento non può non prenderne atto.
 
E’ difficile per il Cittadino avere fiducia nella legge e rispettarla, se poi ai Comuni viene concessa la licenza di non farlo. Intervenire poi su una legge lungimirante è ancor più scoraggiante!

Obbligare le Amministrazioni a riservare risorse (sia pur poche) alla sicurezza stradale, gestendole in modo oculato e a beneficio dell’intera collettività, è l’unica strada da percorrere per cercare di ottemperare agli obiettivi stabiliti nelle raccomandazioni dell’Unione Europea. Diminuire in primis i morti del 50% entro il 2020 e nel contempo salvaguardare migliaia di posti di lavoro di tante PMI italiane di questo settore non è solo necessario e doveroso, ma vitale per il nostro Paese.

Per tutto quanto sopra esposto, invitiamo i Parlamentari a respingere gli emendamenti 18.6 Misiani, 18.34 Cirielli, 21.09 Misiani e 25.09 Castelli”.