1. Home
  2. Notizie e Mercato
  3. Casa Clima in Friuli: asse Udine-Pordenone

Casa Clima in Friuli: asse Udine-Pordenone

Ecologia e tutela ambientale di
5/5
votato da 1 persone
Le due città creano un asse sui temi del risparmio energetico e della bioedilizia. I due sindaci hanno verificato la possibilità di estendere a Pordenone il protocollo CasaClima

I comuni di Udine e di Pordenone creano un asse sui temi del risparmio energetico e della bioedilizia. In un recente incontro i due sindaci, Furio Honsell e Sergio Bolzonello, hanno infatti verificato la possibilità di estendere alla città di Pordenone il protocollo CasaClima, già usato a Udine.

Più che di un semplice incontro si è trattato di un piccolo summit friulano. Alla riunione hanno partecipato, infatti, anche gli assessori alla gestione urbana e alla qualità della città del Comune di Udine (Gianna Malisani e Lorenzo Croattini) e i colleghi di Pordenone con deleghe all'urbanistica e all'ambiente di Pordenone (Martina Toffolo e Nicola Conficoni).

Come sottolineato da Honsell, “il tema dell'energia a Udine è stato portato avanti con le norme sull'edilizia verde e sul risparmio energetico in edilizia. Abbiamo scelto il protocollo di Casa Cilma, con la collaborazione dell'agenzia Ape, e realizzato incontri con gli imprenditori. Questi si sono mostrati molto interessati, tanto più che hanno già avuto riscontri di crescita di questo mercato".

Alle parole del sindaco di Udine, il primo cittadino di Pordenone, Bolzonello, ha aggiunto: “Il nostro Comune ha già adottato norme e incentivi volti al risparmio energetico in edilizia. Ora l’obiettivo è mantenere le norme che abbiamo deciso e aggiungere anche il protocollo CasaClima, che offre il valore aggiunto di una certificazione fatta da terzi. Penso che l'esperienza di Udine sia fondamentale e che altrettanto importante sia la creazione di una rete di comuni che crei un movimento dal basso su un tema così importante per i cittadini".

La promozione della cultura del risparmio energetico, come hanno affermato i due sindaci, non si fa soltanto con direttive statali, ma “partendo dalle azioni degli enti locali e delle associazioni”.