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Cessione del credito: professionisti preoccupati, ecco perché

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Cessione del credito: professionisti preoccupati, ecco perché
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Secondo i professionisti, le limitazioni alla cessione del credito scoraggiano l’utilizzo delle detrazioni fiscali, strumenti di assoluta efficacia

La cessione del credito rappresenta un nodo cruciale per le detrazioni fiscali dedicate al settore edile, dal Superbonus in giù. Su questo fronte, la Rete delle Professioni Techiche esprime forte preoccupazione. Vediamo perché.

Il testo del “Decreto Sostegni Ter”, approvato dal Consiglio dei Ministri, prevede un’ulteriore stretta per quanto riguarda Superbonus, Ecobonus, Bonus ristrutturazioni, Sisma Bonus e Bonus facciate. Oltre all’introduzione di un visto di conformità e di congruità delle spese, finalizzato ad evitare speculazioni, il decreto prevede una forte limitazione alla cedibilità del credito. In sostanza, i beneficiari della detrazione potranno cedere il credito ad altri soggetti (ad esempio banche), ma questi non potranno cederlo a loro volta. Allo stesso modo, i fornitori che decidono di praticare lo sconto in fattura potranno cederlo ad altri soggetti, ma a questi ultimi sarà impedito di cederlo ulteriormente.

La voce dei professionisti

“Non è la prima volta che i professionisti tecnici assistono a questi tentativi di limitare o scoraggiare l’utilizzo di strumenti di assoluta efficacia come si sono rivelati il Superbonus 110% e gli altri bonus fiscali - si legge nel comunicato stampa di RPT -. Queste modifiche continue generano incertezza e confusione tra gli operatori del settore e tra i cittadini beneficiari, che rischiano di ridurre fortemente l’efficacia dei provvedimenti.

Quelle relative alla limitazione della cessione del credito rappresentano un ulteriore ostacolo, che toglie forza agli incentivi. Comprendiamo perfettamente l’esigenza del Governo di evitare frodi e speculazioni. Tuttavia, riteniamo che gli strumenti informatici e l’utilizzo delle banche dati e delle informazioni a disposizione, in tempo reale, dell’Agenzia delle Entrate siano perfettamente in grado di poter verificare tempestivamente tutti i possibili passaggi successivi delle cessioni, anche tra società controllate, evitando così che si commettano abusi, costituendo anche un forte deterrente.

In particolare, è senz’altro possibile incrociare questi dati con quelli relativi ai soggetti cedenti o cessionari dei crediti, che in caso di truffe sono società di recentissima costituzione, con capitali irrisori, senza bilanci depositati e senza dipendenti.

In sostanza, basterebbe potenziare i controlli, senza aumentare i carichi burocratici, ma semplicemente incrociando i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate, della Camera di Commercio, degli elenchi degli Ordini e associazioni di categoria, dell’Anac e così via, in modo da poter immediatamente attenzionare, con opportuni alert, i casi ad alto rischio.

Per questo motivo, chiediamo con decisione al Governo di fare un passo indietro su questo punto, lasciando le possibilità attuali di cessione del credito. E di potenziare i controlli utilizzando tutte le possibilità oggi consentite, perché è sacrosanto che si puniscano i colpevoli degli abusi, ma non certamente i tanti operatori economici, imprese, cittadini, professionisti, amministratori di condominio che si stanno impegnando seriamente e correttamente per migliorare la qualità e la sicurezza delle nostre costruzioni.

Diciamo la verità: gli incentivi fiscali come il Superbonus 110% si stanno rivelando il principale volano della forte crescita del Pil cui stiamo assistendo. Limitarli e ostacolarli avrà come unico effetto quello di minare seriamente il rilancio economico del Paese.

Continuare a ritenere che la lotta ai comportamenti distorsivi debba essere fatta attraverso l’incremento delle norme e della annesse procedure burocratiche, con conseguente limitazione delle potenzialità delle leggi, anziché attraverso semplificazioni e controlli adeguati, non è proprio di un Paese che vuole vincere la sfida dell’innovazione dello Stato”.

 

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