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Ddl sulle Aree protette: Ance indica le priorità alla Camera

Ecologia e tutela ambientale di
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Serve un modello normativo dinamico capace di raccordare/unificare le diverse forme di tutela al fine di costruire un sistema capace di difendere il territorio e nello stesso tempo attrarre investimenti

L’Ance (Associazione Nazionale dei Costruttori Edili) è stata ascoltata in un’audizione informale presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame, in seconda lettura, in sede referente, del DDL recante “Modifiche alla legge 6 dicembre 1991, 394 e ulteriori disposizioni in materia di aree protette” (DDL 4144/C).
 
La delegazione associativa ha evidenziato, in premessa, come il tema delle “aree protette” abbia assunto negli ultimi anni una sempre crescente attualità, in ragione di una nuova consapevolezza dell’esigenza di tutela degli habitat naturali alla quale, in una seconda fase, si è aggiunta anche un’attenzione particolare verso lo sviluppo sostenibile. In particolare, dal 1991, anno in cui è stata approvata la Legge quadro per la tutela delle aree protette, ad oggi, è fortemente cambiato il concetto di “tutela e protezione”, inteso non più solo come mera conservazione del patrimonio naturale, ma come “promozione e valorizzazione dello stesso”.

Ad avviso dell’ANCE tale evoluzione dovrebbe essere supportata da un modello normativo dinamico capace di raccordare/unificare le diverse forme di tutela al fine di costruire un sistema capace di difendere il territorio e nello stesso tempo attrarre investimenti e innescare attività economiche.
 
Al riguardo, l’Associazione ha rilevato come il disegno di legge 4144/C, pur avendo senza dubbio il pregio di prevedere alcune semplificazioni e snellimenti soprattutto per quanto riguarda il sistema della governance, nel complesso continua ad evidenziare una eccessiva stratificazione di competenze, livelli di tutela, strumenti di pianificazione e gestione talvolta non coordinati tra loro, che rischiano di conseguire un effetto negativo e cioè di rallentare il processo di valorizzazione delle aree protette.
 
A tale proposito, l’auspicio che ANCE formula come rappresentanza dell’industria delle costruzioni, non può che essere quello di una unificazione o comunque di una razionalizzazione delle competenze nei vari settori, in modo da poter rispondere innanzitutto all’esigenza di certezza di procedure e di tempi, che sono alla base di qualsiasi attività e non solo di quella imprenditoriale.
 
Più nello specifico, l’Associazione ha individuato le seguenti linee di azione:
- superare la stratificazione degli strumenti di pianificazione, razionalizzando e unificando gli atti di regolamentazione delle aree protette;
- definire criteri e principi per l’individuazione delle aree contigue in un’ottica di uniformità di disciplina su tutto il territorio, assicurando nel relativo procedimento un maggior coinvolgimento degli enti locali interessati;
- nel rilascio del nulla osta, assicurare una maggiore certezza dei tempi procedurali;
- semplificare il procedimento per il rilascio del nulla osta in rapporto con l’autorizzazione paesaggistica, attribuendo in questi casi alla Soprintendenza anche la valutazione di conformità dell’intervento al piano e al regolamento del parco;
- eliminare la previsione con cui si impongono addizionali ai canoni concessori delle attività economico-produttive esistenti nelle aree protette e per le attività estrattive nelle aree contigue, mettendo ulteriormente in difficoltà il tessuto imprenditoriale già così gravato dalla crisi che perdura oramai da molti anni.