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Enel: parco eolico marino nel mediterraneo

Energie rinnovabili di
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Presentato il progetto per campi eolici off-shore al largo delle coste della Sicilia, ma Gela insorge

Enel in collaborazione con la Moncada Costruzioni di Agrigento, ha presentato un progetto per realizzare uno dei primi campi eolici off-shore del Mediterraneo, per la produzione di energia, lungo la costa che comprende i comuni di Licata, Butera e Gela.
L'istanza di Valutazione d'impatto ambientale (VIA) e' stata consegnata da Enel al Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare e alla Regione Sicilia.

L’iniziativa, che darebbe vita al primo parco eolico marino italiano, prevede l'installazione di 115 generatori ,alti oltre 100 metri , che avranno una potenza compresa tra i 3 e i 5 Megawatt ciascuno.
Le torri saranno collocate nelle acque del Golfo di Gela ad una distanza minima di 3 miglia dalla costa, tra i Comuni di Licata (Agrigento), Butera e Gela (Caltanissetta).

Il progetto - sviluppato dalla joint-venture - prevede una potenza installata complessiva che variera' da 345 a 575 MW.
L'impianto, a regime, fornira' energia elettrica per 1.150 milioni di chilowattora, sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 390.000 famiglie, evitando emissioni di CO2 in atmosfera per circa 815.000 tonnellate annue. L'investimento massimo, previsto per la realizzazione dell’opera, è di circa 500 milioni di euro

''Questo innovativo progetto - ha affermato Fulvio Conti - raddoppierà la capacità installata di Enel nel settore eolico in Italia e rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra impresa, istituzioni locali e associazioni amiche dell'ambiente."
Conti prosegue – “L'impegno di Enel nelle fonti rinnovabili e' rilevante e in continua, forte crescita: gia' oggi la produzione Enel priva di emissioni rappresenta circa il 30% del totale. Crediamo nell'eolico e vogliamo giocare un ruolo da protagonisti nello sviluppo di questa fonte di energia anche nel nostro Paese''.

A fine 2007 la capacità eolica di Enel installata in Italia e' salita a 325 MW: l'obiettivo del nuovo piano industriale 2008-2012 e' di moltiplicare per cinque questo impegno, per arrivare a circa 1.500 MW eolici installati in Italia entro il 2012

L'annuncio ha, però, determinato l'immediata opposizione di Gela, capitale della petrolchimica italiana, ove l'industrializzazione selvaggia, le ciminiere e le raffinerie hanno devastato le coste.

Il sindaco di Gela, Rosario Crocetta, ha avvertito: «Faremo le crociate, questo impianto sul nostro territorio non si deve fare».
«Non siamo - continua il sindaco - contrari in se all'eolico. Ma siamo contrari a realizzare questo impianto in una zona già fortemente compromessa sotto il profilo ambientale. Non possiamo essere una città condannata per l'eternità»

Il nuovo progetto, infatti, colpirebbe nuovamente una zona devastata da ciminiere e raffinerie. Gela è già la capitale petrolchimica d'Italia

Il problema di fondo sarebbe l'altezza delle torri eoliche, circa 100 metri, che le renderebbero visibili anche dalla costa, ledendo l'attrattiva turistica della zona, con ulteriore danno per le possibilità di sviluppo di Gela.

Ci sono pozzi di petrolio in mare a nord ed a sud-est, ad est c'è anche il polo petrolchimico, e l'unica zona rimasta relativamente decorosa sotto il profilo paesaggistico è quella a sud-ovest.
Quella a sud-ovest è una delle migliori d'Italia per lo sfruttamento dell'energia eolica.

Se è senz'altro vero che Gela è una delle città italiane che maggiormente sono state vittime di una pianificazione urbanistica ed industriale sconsiderata, è per contro paradossale che il primo progetto che si tenti di bloccare sia l'unico, tra quelli proposti nell'arco di decenni, davvero degno di essere realizzato.

E' curioso che per giustificare una simile opposizione si utilizzino discutibili considerazioni estetiche, che in genere restano marginali quando si parla di inceneritori, rigassificatori, centrali a carbone, raffinerie petrolifere che certamente non sono piu' gradevoli alla vista delle tanto temute torri eoliche.

È pur vero che di parchi eolici marini se n’era già sentito parlare qualche mese fa con un progetto, molto più modesto, presentato dalla Mediterranean Wind Offshore che, pur ritenendo l’area capace di ospitare 113 aerogeneratori, si autolimitava a progettarne 38.

I due progetti hanno alcuni aspetti in comune.
Il primo è la scelta di impianti eolici a mare o tecnicamente off-shore. È noto che gli impianti off-shore sono più costosi, a volte anche il doppio, ma producono molta più energia di quelli a terra. Inoltre, minimizzano problematiche come la rumorosità e l’ingombro visivo, soprattutto se opportunamente distanti dal litorale. Infine consentono di installare potenze di tutto riguardo (il progetto Enel ne prevede circa 450/500 Mw).

Un altro punto in comune ai due progetti è la localizzazione del sito. Il parco eolico verrebbe localizzato a circa 6 km dalla costa, cioè davanti alle piattaforme dell’Eni, ben visibili dalla città. L’impatto sul paesaggio sarebbe quindi significativo.

Il sindaco Crocetta ritiene che anche la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta si sarebbe espressa contro il nuovo impianto eolico.
In diverse regioni d’Italia, infatti, le Soprintendenze ai Beni culturali e ambientali continuano a porre veti su qualsiasi progetto di campo eolico offshore, in quanto potenzialmente lesivo del "paesaggio"

Altrettanto spesso tali veti sono stati rimossi dai Tribunali Amministrativi Regionali (il primo provvedimento del Tar Sicilia è la sentenza 150/2005), i quali con estrema chiarezza hanno disposto che nella valutazione dell’interesse da tutelare, quello primario della tutela del paesaggio va opportunamente contemperato con l’altrettanto fondamentale interesse alla salubrità dell’ambiente ed alla tutela della salute, sicuramente garantito dalla produzione di energia non inquinante come l’eolica.