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Gli architetti di Roma contro il decreto che abolisce la DIA per le opere di MS

Lavori pubblici di
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“Il mondo politico non può continuare a ignorare i contributi del mondo delle professioni”. È questa la presa di posizione dell’Ordine degli Architetti di Roma


Riportiamo qui di seguito un comunicato diffuso dall'Ordine degli Architetti di Roma, a proposito del decreto incentivi, che abolisce la DIA per le opere di manutenzione straordinaria:

Con l'abolizione della DIA per le opere di manutenzione straordinaria, inserita nel decreto incentivi approvato dal Consiglio dei Ministri, registriamo ancora una volta con grande preoccupazione la volontà di un governo di questo Paese di ignorare del tutto gli avvertimenti ed i suggerimenti dati dal mondo delle professioni tecniche per la tutela di interessi collettivi.

Architetti, ingegneri, geometri nei mesi scorsi avevano più volte evidenziato i rischi connessi con questo tipo di liberalizzazione delle procedure edilizie. Lo avevano fatto sia dopo la lettura delle prime bozze del piano casa nazionale sia in occasione della presentazione del DDL Calderoli-Brunetta.

La scelta di eliminare completamente, per questo tipo di lavori, la figura del progettista pone seri problemi: quale sarà il soggetto in grado di verificare e certificare che una manutenzione straordinaria non incide su parti strutturali dell'edificio? A chi è affidato il controllo del rispetto – considerato comunque obbligatorio dall'articolo 7 del DDL - di normative antisismiche, di sicurezza, igienico-sanitarie, di efficienza energetica, delle prescrizioni del Codice dei Beni Culturali?

Il Consiglio Nazionale degli Architetti aveva anche proposto uno specifico emendamento a riguardo che, pur eliminando la procedura della DIA per la manutenzione straordinaria, rendeva comunque necessaria la redazione di un progetto da parte di un tecnico nonché una sua certificazione sul fatto che i lavori non avevano interessato parti strutturali dell'edificio, avevano rispettato il contesto ambientale e paesaggistico ed erano conformi alla normativa igienico sanitaria vigente.

Ma questa proposta, nonostante le tante assicurazioni verbali, è stata completamente respinta. Da oggi il controllo, ad esempio, che la demolizione di un muro dentro casa non incide sull'equilibrio strutturale di un edificio è affidata unicamente alla valutazione del committente che, nella maggior parte dei casi, non ha le competenze tecnico-normative necessarie per effettuare una verifica seria.

Da oggi, considerato anche lo stato di gran parte del patrimonio edilizio italiano, l'inizio dei lavori nell'appartamento del mio vicino di casa ci rende tutti più inquieti. L'Ordine degli Architetti di Roma non vuole rassegnarsi a questo provvedimento. Per questo sin da oggi ha avviato un'azione di concertazione con altri ordini provinciali, con gli ingegneri e con i geometri per cercare in tutti i modi possibili di cambiare il testo del Decreto Legge in fase di conversione in legge.

Scriveremo a tutti i Parlamentari esponendo ancora una volta le nostre ragioni e ricordando come, nel nostro Paese, in passato, abbiamo purtroppo assistito a numerosi disastri dovuti alla “disinvoltura” con cui si procede alle opere di ristrutturazione del patrimonio edilizio.

Torneremo a chiarire che la nostra non è una rivendicazione corporativa ma è una proposta tecnicamente motivata a garanzia di forme di verifica efficaci sulla qualità degli interventi di trasformazione edilizia a tutela della sicurezza dei cittadini. Cercheremo, se necessario, di porre in atto anche azioni dimostrative per suscitare l'interesse dell'opinione pubblica.

Vorremmo che almeno questa volta il mondo politico si ricordasse che esiste in Italia un mondo delle professioni che è portatore di competenze e valori utili per il bene di tutti.