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I Comuni avranno sei mesi in più per prepararsi agli appalti centralizzati obbligatori

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Il Governo e le Città ed Autonomie locali hanno sancito formalmente l'intesa che consente lo spostamento della scadenza per l'entrata in vigore del disposto


Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi ha affermato: "Il Governo darà 6 mesi in più ai Comuni per prepararsi agli appalti centralizzati obbligatori". Lo scopo è quello di "prorogare l'entrata in vigore al 1 Luglio 2015".

È in vigore dal 24 Aprile scorso il cosiddetto Decreto Irpef (D.l. 66/2014), che ha previsto l'estensione, dal 1 Luglio 2014, dell'obbligo di centralizzazione degli acquisti anche per gli appalti di lavori, per i Comuni non capoluogo, tramite una modifica all'art. 33, co. 3 bis, del Codice Appalti (art. 9, co. 4).

E infatti, proprio come affermato dal Ministro Lupi, il 10 Luglio scorso, in sede di Conferenza Stato-città ed Autonomie locali, il Governo e le suddette Autonomie hanno sancito formalmente l'intesa che consente lo spostamento della scadenza per l'entrata in vigore del disposto, facendo, inoltre, salve, le procedure di gara già avviate dai Comuni in questi giorni di transizione.

I Comuni avevano dato per scontata l'ennesima proroga, ma così non è stato in un primo momento: per effetto della conversione in legge, lo scorso 23 Giugno, sembrava essersi cristallizzata tale previsione che impone ai Comuni di gestire in forma associata tutte le gare e i contratti per lavori, beni e servizi, a prescindere dall'importo degli stessi.

La gestione di tali acquisti, secondo il disposto, deve avvenire obbligatoriamente e alternativamente tramite:
- Unioni di Comuni;
- accordi consortili;
- delega agli uffici delle Province;
- Cosip S.p.A.

Dal 1 Luglio l'Autorità non ha più rilasciato il Cig a chi non rispettava la norma, e cioè ai Comuni che continuavano a gestire gare "in autonomia".

Il pericolo era quello per cui, essendo venuta meno la deroga precedentemente prevista per gli acquisti in economia fino a 40.000 euro, e per gli interventi urgenti, i piccoli e medi Comuni, in particolare, si trovassero letteralmente impossibilitati ad effettuare qualsiasi tipo di procedura fino ad oggi svolta in economia, come è stato fatto notare nel dall'ANCI.

In tal senso si era espressa anche la deliberazione della Corte dei Conti (sez. regionale di controllo per il Piemonte), del 2 Luglio 2014, n. 144, affermando l'impossibilità di deroga all'obbligo di ricorso alle modalità aggregate per importi inferiori alla citata soglia, poichè l'introdotta disposizione assume nell'ordinamento carattere di specialità, e quindi di prevalenza, rispetto alla norma generale di cui all'art. 125, co. 8 e 11, dello stesso Codice (acquisti in economia appunto). Per alcuni giorni in tutti i Comuni, salvo i 110 capoluoghi, è stata paralisi totale su gare e affidamenti, soprattutto per quelli d'urgenza.

In particolare, le criticità emerse sono dovute, in primo luogo, alla fisiologica lungaggine dei processi di aggregazione, che prevedono inevitabilmente faticosi iter tra delibere e regolamenti (ovunque, ad oggi, accordi consortili e soggetti aggregatori sono ancora da costituire), e, non meno rilevante, al fatto che Consip e le centrali regionali (ove presenti), non forniscono lavori.

Per ovviare alla situazione, alcuni Comuni hanno tentato di aggirare il dettato normativo, almeno in questi primi giorni, sfruttando il fatto di avere in essere alcuni accordi quadro con una serie di ditte, per cui sono stati aperti dei Cig su progetti già pronti per essere affidati, anticipando i tempi. Ma si è trattato di lavori già in programma.

 Il nodo rimasto sempre aperto era quello degli interventi frutto di lavori in emergenza. Oltre al rinvio, l'unica strada percorribile, per applicare la norma in modo "intelligente e positivo", stando alle parole di Lupi, è quella di inserire un emendamento alla legge di conversione del decreto PA, per spostare l'obbligo al 1 Luglio 2015, per quanto riguarda gli acquisti di lavori.

Si riportano, schematicamente, le tappe del lungo iter legislativo approdato al D.l. 66/2014:
- D.l. 201/2011 (Salva Italia): introduzione dell'obbligo di acquisto tramite centrali uniche di committenza per tutti i Comuni con meno di 5000 abitanti, per approvvigionamenti di importo superiore a 40.000 euro, dal 31 Marzo 2012;
- Milleproroghe 2011: rinvio di 9 mesi;
- D.l. 43/2013 (Decreto Ambiente): proroga al 1 Gennaio 2014;
- Milleproroghe 2013; slittamento al 1 Luglio 2014;
- D.l. 66/2014 (Decreto Irpef): nessuna proroga, ma cancellazione della soglia dei 40.000 euro;
- Intesa Governo-Autonomie (10 Luglio 2014): proroga al 1 Luglio 2015 per gli appalti di lavori.

Secondo quanto si legge nel documento d'intesa, "l'implementazione della norma richiede un percorso di preparazione con il coinvolgimento non solo dei Comuni ma anche degli altri soggetti coinvolti (…). Nelle more dell'approvazione della norma, gli enti locali avvieranno il percorso di attuazione del nuovo modello operativo pur continuando ad operare con la normativa previgente (…).

In particolare, sarà fondamentale che, ai sensi dell'attuale comma 3 bis dell'articolo 33, l'ANAC conceda il codice identificativo di gara (CIG) ai Comuni non capoluogo che dal 1˚ luglio non abbiano potuto ricorrere con le attuali modalità previste, ancora in gran parte da attuare, alle acquisizioni suddette, a prescindere dalla tipologia del valore".