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Il CESE chiede all’UE la definizione di una politica estera comune per l'energia

Energie rinnovabili di
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Secondo il Comitato economico e sociale europeo, L'UE dovrebbe guardare alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico come a una delle priorità della sua politica estera


L'UE dovrebbe guardare alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico come ad una delle priorità della sua politica estera. È quanto ha suggerito il Comitato economico e sociale europeo (CESE) nel suo parere sull'approvvigionamento energetico e la politica di vicinato. Nel documento, elaborato su richiesta della presidenza ungherese, il CESE si è detto favorevole alla nomina di un alto rappresentante per le politiche energetiche affinché l'Europa si esprima con un'unica voce in questo ambito.

Il relatore Edgardo Iozia (gruppo Lavoratori, Italia) ha chiesto alla Commissione europea di definire quanto prima una politica estera comune per l'energia al fine di garantire la sicurezza dell'approvvigionamento su tutto il territorio dell'UE e nei paesi vicini. Riferendosi alle nuove disposizioni per il settore energetico contenute nell'articolo 194 del Trattato di Lisbona, ha messo in risalto l'importanza di realizzare la politica energetica europea in uno spirito di solidarietà e di mettere fine all'unilateralismo degli Stati membri in questo campo.

Stephane Buffetaut (gruppo Datori di lavoro, Francia), presidente della sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione del CESE, ha sottolineato che l'UE dipende in misura crescente dalle forniture esterne: "Il fatto che l'Unione sia costretta sempre di più a fare i conti con regioni caratterizzate dalla mancanza di democrazia e dalla instabilità costituisce una fonte di grande preoccupazione; a lungo termine questo potrebbe rappresentare una grave minaccia per la sicurezza globale dell'UE".

Il CESE ha esortato l'UE a rafforzare i suoi partenariati strategici con i paesi fornitori e a realizzare passi in avanti nella sua politica a favore dei paesi vicini nei quali transita la maggior parte delle forniture energetiche, ad esempio sostenendo i paesi del Partenariato orientale e avviando una cooperazione strutturata con i paesi del Mediterraneo.

Ha chiesto infine alla Commissione di valutare la possibilità di elaborare un trattato dell'UE sull'energia che collochi l'energia su una nuova base istituzionale e completi le disposizioni del Trattato di Lisbona.

In un secondo parere, collegato al precedente e anch'esso elaborato da Iozia, il CESE ha espresso apprezzamento per la proposta della Commissione di promuovere misure destinate a prevenire la manipolazione dei mercati all'ingrosso dell'energia e a renderli più trasparenti. Il Comitato ha accolto positivamente la volontà di potenziare l'attività di coordinamento tra le autorità nazionali di regolamentazione dei mercati dell'energia e ha chiesto alla Commissione di creare un'Europa dell'energia che tuteli gli interessi dei consumatori, garantisca l'approvvigionamento energetico e salvaguardi la sostenibilità sociale, economica e ambientale.

Nel dibattito che ha fatto seguito alla presentazione dei due pareri, i consiglieri hanno sottolineato l'importanza che tali documenti rivestono nell'attuale situazione internazionale e hanno espresso la necessità di superare gli egoismi nazionali nella prospettiva di una cooperazione rafforzata in questo settore chiave.