1. Home
  2. Notizie e Mercato
  3. Il Consiglio Nazionale degli Architetti chiede un iter rapido sulla riforma delle Professioni

Il Consiglio Nazionale degli Architetti chiede un iter rapido sulla riforma delle Professioni

Professione di
5/5
votato da 1 persone
“La società, il mondo produttivo gli architetti e tutti i professionisti italiani - oltre 2 milioni di persone non hanno più tempo di aspettare e di rimandare”, ha detto il presidente Leopoldo Freyrie


"Sulla Riforma delle Professioni chiediamo al Ministro della Giustizia e al Governo di chiedere la delega al Parlamento o, viceversa, chiediamo ai Capigruppo di Camera e Senato di affermare la volontà di procedere con un iter rapido, in "legislativa".

Con il lungo percorso di una legge ordinaria e nelle condizioni politiche attuali è, infatti, improbabile che la Riforma arrivi mai in porto. E ciò sarebbe ancora più grave proprio oggi che - dopo oltre 20 anni - i suoi principi generali trovano l'approvazione dell'Europa, della stragrande maggioranza degli Ordini professionali, di Confindustria e del sistema delle imprese italiane". Così s’è espresso Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

"L'appello di ieri del Governatore Draghi a fare in fretta - continua -, oggi diviene il nostro: noi siamo pronti, sin da subito, a sederci ad un tavolo di lavoro che senza interruzioni, in un mese, scriva la Riforma affinchè diventi legge in primavera e sia attuata entro l'anno. La società, il mondo produttivo gli architetti e tutti i professionisti italiani - oltre 2 milioni di persone non hanno più tempo di aspettare e di rimandare. Vogliono e pretendono di essere messi nelle condizioni di affrontare la crisi e di contribuire allo sviluppo".
 
"Se il risultato della legittima, ma spesso sterile, battaglia politica porterà la Riforma a incagliarsi ancora una volta nelle secche parlamentari sarà un grave danno non solo per i professionisti italiani, ma per tutto il Paese, esponendoci agli attacchi interessati di chi pensa che l'Italia sia incapace di cambiare".
 
"Gli architetti italiani - conclude Freyrie -  non sono più disposti ad aspettare un'altra volta Godot:  in assenza della Riforma, stressando le normative esistenti, procederemo ad auto-riforme regolamentari che applichino quei principi contenuti in una Legge che per il momento sembra essere niente più di un auspicio".