1. Home
  2. Notizie e Mercato
  3. Macchine da costruzione: il mercato rimane in crisi, ripresa prevista solo nel 2015

Macchine da costruzione: il mercato rimane in crisi, ripresa prevista solo nel 2015

Edilizia di
5/5
votato da 1 persone
La situazione di impasse riguarda tutta l’Europa, ma in Ialia è particolarmente grave: solo verso la metà del prossimo anno è attesa una sia pure modesta inversione di tendenza


Rimane difficile la situazione del mercato delle macchine da costruzione non solo in Italia. Secondo i dati raccolti dal CECE, in Europa le vendite hanno segnato, nel primo quadrimestre dell'anno un calo importante in tutti i Paesi mediterranei (Portogallo, Spagna, Italia e Grecia) mentre nel resto del Continente la situazione è stata leggermente migliore. L'outlook per il resto dell'anno non è positivo e la ripresa delle vendite nei mesi estivi difficilmente bilancerà la frenata degli ultimi mesi del 2012 e dei primi mesi di quest'anno. Anche Euroconstruct rivede al ribasso le previsioni per il 2013, con un calo previsto per il 2013 del 3% (prima era del 2,5%) e aspettative per il 2014 di una crescita appena dello 0,5% che nel 2015 potrebbe salire al 1,7%.

La situazione italiana, però, mostra delle difficoltà maggiori: la recessione dell'edilizia non sembra toccare il fondo e solo verso la metà del prossimo anno è attesa una sia pure modesta inversione di tendenza. C'è molta attesa nel vedere che effetti potrà davvero garantire il “Decreto del Fare” appena varato dal Governo, e le imprese, almeno quelle che si occupano di edilizia residenziale, si augurano che la conferma degli incentivi fiscali alla ristrutturazione possa dare una boccata d'ossigeno al mercato.

Più difficile, almeno in tempi brevi, lo sblocco delle opere pubbliche: qui l'allentamento dei vincoli di bilancio a livello comunitario apre qualche timido segnale di speranza. Secondo lo studio realizzato da Unacea e Prometeia. il mercato dell'edilizia, elaborato su dati Istat aggiornati al 31 maggio, farà registrare nel 2013 un calo del 4,1% rispetto al 2012, mentre nel 2014 le previsioni indicano un'ulteriore diminuzione dell'1,8%  Solo a partire dal 2015 il trend dovrebbe cambiare con una ripresa comunque non imperiosa.

Va seguito invece con attenzione il trend delle esportazioni di macchine da costruzione, che dopo un inizio 2013 stabile, evidenzia un calo abbastanza preoccupante al giro di boa del primo quadrimestre. Il calo è dell’8 % complessivo (744 milioni di euro il valore totale) con macchine stradali, movimento terra e per calcestruzzo in forte sofferenza e crescita invece di gru a torre, macchine per perforazione e per la preparazione degli inerti. Fanno eccezione alcune aree geografiche, come Germania, Turchia, Scandinavia e soprattutto Russia. Un mercato che si conferma uno sbocco molto importante per le macchine da costruzione italiane stimabile, nel primo trimestre del 2013 a un 8% del totale ed un valore di circa 19 milioni di euro. Sono i macchinari per calcestruzzo, quelli per la preparazione degli inerti e le gru a torre i più richiesti in Russia.

Pur con un calo significativo, l'Europa Occidentale rimane il primo mercato per il nostro export. Seguono Asia, Nord America, America Latina, Africa ed Oceania. E pur con le difficoltà che l'approccio a mercati nuovi comporta, l'esportazione si conferma come l'unica via di salvezza per le imprese italiane del settore. Certo sui mercati emergenti bisogna confrontarsi con la concorrenza di aziende straniere sempre più agguerrite e capaci anno dopo anno di proporre prodotti più competitivi non solo sul fronte dei prezzi ma anche su quello della qualità.

Ma se andiamo a guardare le opportunità di alcuni di questi mercati è evidente che oggi il mercato è là. India, Paesi del Golfo, ma anche Africa e Sud America con in testa il Brasile sono aree geografiche irrinunciabili, e anche Veronafiere ha avviato in questi Paesi importanti iniziative a partire dall'esposizione MSAfrica & Middle Est del prossimo dicembre.

In India secondo un recente report di Simest e AssoCamereEstero, sono stati definiti dal governo centrale e da quelli degli stati federali investimenti per circa 500 miliardi di euro, 400 dei quali nel settore delle costruzioni civili. Un piano che prevede ospedali, ma anche edifici residenziali per 300 mila appartamenti, 18 mila km di strade, aeroporti, e ferrovie. Con un ulteriore interessante incentivo, quello di sgravi fiscali ed esenzioni dalle tasse per gli investitori, che si aggiungono ad altre agevolazioni, come quelle dell'abbattimento dei dazi doganali per i macchinari destinati ad opere finanziate dalla Banca Mondiale per gli Investimenti. L'edilizia e le costruzioni rappresentano da sole il 27% della produzione industriale indiana.

Altrettanto effervescenti i mercati del Medio Oriente ed in particolare dei paesi del Gulf Cooperation Council. Impossibile fare qui un elenco completo dei progetti annunciati nei vari Paesi: ricordiamo che gli Emirati Arabi Uniti hanno svelato progetti per circa 35,7 miliardi di dollari; Abu Dabhi non è da meno con investimenti di 18 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni soprattutto nel settore delle infrastrutture; Dubai invece punta sui grandi investimenti immobiliari tra i quali il “Blue Waters da 1,6 miliardi di dollari e il Palm Mall da 900 milioni. In Arabia Saudita è previsto il completamento entro la fine dell'anno della prima parte del KAFD (King Abdullah Finacial District), mentre la Arriyadh Development Authority (ADA) ha annunciato la selezione degli architetti e dei loro progetti per le stazioni della prossima Metro di Riyadh.

Il Ministero per l'Edilizia Residenziale ha appena affidato contratti per la realizzazione di ben 7000 appartamenti a prezzo agevolato in un'area a nord est dell'aeroporto. Sud America invece non vuol dire solo Brasile e quindi opere per i Mondiali di Calcio e le Olimpiadi. Il Governo Colombiano ad esempio ha appena stanziato 109 milioni di dollari per il potenziamento di tre linee ferroviarie, 370 milioni di dollari per la realizzazione di strade e l'adeguamento della pista dell'Aeroporto di San Luis de Ipiales.

In Africa infine è dei giorni scorsi la notizia che il presidente americano Obama ha assicurato 7 miliardi di dollari per potenziare la produzione di elettricità nell'area sub-sahariana ed in particolare in Etiopia, Kenya, Liberia, Nigeria, Tanzania Uganda e Mozambico: un piano che dovrebbe assicurare una incremento di disponibilità  di ben 10.000 MegaWatt.