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Manovra 2010 e Certificati Verdi

Energie rinnovabili di
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L’art. 45 della Manovra finanziaria impone un’attenta e ampia riflessione, messa a punto da Cogena, sul regime di sostegno alla generazione di energia da fonti rinnovabili e da cogenerazione ad alto rendimento


Cambiare le regole in corsa, non emanare provvedimenti attuativi di norme vigenti nei tempi previsti, secondo Cogena, finisce per avere sempre il medesimo effetto: generare confusione, incertezza e ripercussioni negative sui destinatari della norma. Anche il settore dell’Energia non ne è esente: basti pensare ai continui “stop & go” di qualche tempo fa sul regime della detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici o, di questi giorni, alle Rinnovabili con l’art. 45 della Manovra 2010, all’esame del Parlamento.

Con l’art. 45, il Governo abolisce l’obbligo per il gestore unico di ritirare i certificati verdi in eccesso di offerta, con il fine di “ridurre i costi del sistema”: viene eliminata una voce di costo, generatasi in misura significativa a partire dal 2008, a causa appunto dell’«eccesso di offerta», posta a carico del gestore dei servizi elettrici e quindi della componente tariffaria A3 (pari a 630 milioni di euro per la competenza dello stesso anno 2008). L’art. 45 produrrebbe pertanto benefici sulla bolletta elettrica dei cittadini stimabili tra i 500 e i 600 milioni di euro annui.

Secondo parte degli Operatori, l’articolo 45 del D.L. n. 78/2010, è un provvedimento che non produce alcun vantaggio per “le casse dello Stato”, non incide sulla fiscalità generale, ma comporta gravi ripercussioni per l’intero settore mettendo a rischio investimenti effettuati ed in corso.

Cogena, nel concordare sul fatto che il continuo cambio di regole può produrre effetti negativi sul mercato in termini di certezza del diritto, ritiene che l’art. 45 abbia ottenuto comunque un importante risultato: evidenziare l’esistenza dell’eccesso di offerta di un regime di sostegno - i certificati verdi - il cui valore si è deprezzato nel tempo e che ha richiesto, nel 2008, una serie di interventi finalizzati a stabilizzare il mercato.

Per Cogena, il vero problema da affrontare con urgenza è appunto la causa che ha determinato l’eccesso di offerta dei Certificati verdi, ritirati dal GSE, Società della quale, giova ricordarlo, l’unico azionista è il Ministero dell'Economia e delle Finanze, che ne riversa quota parte nella Voce A3 della bolletta. Eccesso di offerta che ha finito per penalizzare, questo sì, i produttori “veri” di energia da fonti rinnovabili ed i consumatori finali.

A causa dell’eccesso di offerta, tale Voce, “destinata a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili e assimilate mediante un sistema di incentivi che garantiscono una remunerazione certa per l'energia prodotta e agevolazioni per l'allacciamento degli impianti alle reti” (Fonte AEEG), finisce per essere “appesantita” e gravare ulteriormente sulle tasche dei clienti finali. Impatto contenuto rispetto a quello del sistema di incentivazione della produzione fotovoltaica, stimato in circa 1 miliardo di euro/anno per un totale di 20 miliardi di euro in 20 anni.

Di fatto la Voce A3 svolge, da un lato funzione di salvadanaio per finanziare con i CV la produzione di energia rinnovabile e dall’altra di stabilizzazione statale del “mercato” per finanziare “incentivi invenduti”.

La norma ora abrogata fu introdotta per correggere le distorsioni create da alcuni provvedimenti che avevano portato all’inflazione di CV, attribuendo il diritto alla loro emissione ad esempio anche ad impianti di co-combustione (grandi centrali termoelettriche, impianti di cogenerazione abbinati al teleriscaldamento, limitatamente alla quota di energia termica effettivamente utilizzata per il teleriscaldamento).

Secondo Cogena, occorre ripristinare subito le condizioni di equilibrio di mercato tra domanda ed offerta per escludere, come è corretto che sia nel libero mercato, ogni intervento diretto di finanza pubblica, a partire ad esempio, dall’aumento della quota d’obbligo, ora prevista, ad un valore doppio.

Cogena ritiene che l’ipotesi più ragionevole in questa fase sia quella di rinviare la modifica dell’art. 45 in oggetto, stralciandolo dalla Manovra, senza tuttavia sospendere la finalità della riduzione dei costi del sistema, avviando da subito la riforma dei regimi di sostegno all’energia generata da unità/impianti alimentati da fonti rinnovabili e da cogenerazione ad alto rendimento, anche in sito, alla luce del Piano di Azione Nazionale per le energie rinnovabili e della Direttiva 2009/28/CE.

Così si potrà contribuire finalmente allo sviluppo serio e coerente della filiera industriale e dei servizi dell’Energia e dell’Efficienza energetica diffusa sul territorio nazionale che il Sistema Italia chiede ormai da tempo.