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Manutenzione e costruzione delle strade in netto calo

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Il record negativo nella produzione di asfalto registrato quest’anno significa meno strade nuove e soprattutto meno manutenzione della rete esistente con evidenti ricadute sulla sicurezza


Nel 2008 in Italia gli investimenti in attività di costruzione e manutenzione delle strade sono stati tra i più bassi in Europa; mentre nel resto del continente tali stanziamenti hanno proseguito la loro continua crescita, il nostro Paese si appresta a chiudere un’annata record in negativo”. E’ questa la denuncia lanciata stamane dal SITEB (l’Associazione che rappresenta gli operatori della filiera dell’asfalto), nel corso del convegno di apertura di “ASPHALTICA”, il Salone europeo interamente dedicato ai temi del settore in corso a Padova sino al 29 novembre.

Nel 2008 la produzione di asfalto toccherà un record negativo storico: 32 milioni di tonnellate.
Il dato conferma l’andamento tutt’altro che positivo dello scorso anno, che aveva portato a dicembre 2007 a registrare una produzione di “soli” 35 milioni di tonnellate di asfalto; ben al di sotto di quella che gli esperti considerano la soglia minima in Italia (40 milioni di ton). Per trovare un valore simile nel recente passato si deve fare riferimento al lontano 1994.

Calo nella produzione dell’asfalto significa meno strade nuove ma, soprattutto, scarsa manutenzione della rete già esistente, con pericolose ricadute in termini di sicurezza per milioni di automobilisti.
Ad oggi la situazione delle pavimentazioni stradali appare già critica su tutto il territorio nazionale.
Mediamente, ogni anno sono necessari 40 milioni di tonnellate di conglomerato bituminoso per mantenere in efficienza almeno l’8% della rete. Con i dati della produzione attuale e con quelli previsti a fine 2008, si scende al di sotto del 6%. Appare evidente come a risentirne sarà lo stato di manutenzione di strade e autostrade.

A rendere la situazione del nostro Paese più preoccupante, è anche un altro dato: non si tratta di una congiuntura europea, ma solo italiana; gli altri paesi (sia Europa dell’Est che occidentale) camminano sempre più velocemente, mentre l’Italia è ferma. Se nell’occidente europeo si registra una sostanziale tenuta del mercato con l’eccezione della Spagna (che con una crescita continua in un decennio ha superato Francia e Italia portandosi al 2° posto dietro la Germania per la produzione di conglomerato), nell’est Europa stanno aprendosi grandi mercati soprattutto in Polonia e Romania. I lavori stradali in Italia, sono oggi rimandati a tempi migliori, con grave danno per lo stato di salute della rete delle infrastrutture e per lo sviluppo del Paese. Nel 2008 si stima che circa il 33% del bitume (materiale di derivazione petrolifera, essenziale nella produzione dell’asfalto) prodotto in Italia sia stato esportato e la situazione tende a peggiorare ulteriormente.

La costruzione delle strade”, sostiene Stefano Ravaioli, Direttore del SITEB, “è da sempre un indice dello sviluppo dei paesi occidentali. Il consumo di asfalto procede di pari passo con l’andamento economico di un paese e ne misura lo stato di salute. I dati degli ultimi due anni attestano lo scarso sviluppo di nuove opere stradali nel nostro Paese e denunciano l’altrettanto scarsa manutenzione della rete già esistente. Attendiamo con fiducia che, ai primi segnali positivi offerti dall’attuale Governo, facciano seguito concrete politiche di rilancio delle infrastrutture”.