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Edilizia giudiziaria e giustizia negata: facciamo il punto

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Edilizia giudiziaria e giustizia negata: facciamo il punto
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All’evento online dal titolo “Costruire giustizia”, organizzato dall’Ance, ha partecipato anche il Ministro Alfonso Bonafede. Ecco cos’è emerso

C’è un rapporto molto stretto tra i tempi biblici della giustizia italiana (al penultimo posto per la durata dei contenziosi civili e commerciali e in fondo alla classifica per i tempi delle cause amministrative) e l’edilizia giudiziaria, che è in pessimo stato.

Questa la denuncia di Ance che, insieme all’Organismo Congressuale Forense, ha organizzato l’evento on line dal titolo Costruire giustizia, che si è svolto con la partecipazione del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede.

A commentare e offrire esperienze dirette dello stato di degrado in cui versa gran parte dell’edilizia giudiziaria, sono state letestimonianze dei Presidenti degli Ordini degli avvocati di Roma, Bari, Firenze, Messina, Antonino Galletti, Giovanni Stefanì, Giampiero Cassi, Domenico Santoro e del Presidente della Corte d’Appello di Messina, Michele Galluccio.

Il Ministro Alfonso Bonafede ha convenuto sulla necessità di dare avvio a un cospicuo piano di sviluppo e di manutenzione dell’edilizia giudiziaria ricordando che comunque tra il 2018 e il 2020 gli interventi effettuati sono stati 593 per 130 mln di euro, e 800 mln sono stanziati per i poli giudiziari, con 12 progetti già finanziati.

Il Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, si è detto fiducioso che, grazie al dl semplificazioni, si potrà procedere più velocemente alla realizzazione di opere di edilizia giudiziaria. Un richiamo allo sforzo comune di tutte le istituzioni per dare risposte adeguate sul tema è arrivato dal Direttore dell’Agenzia del Demanio, Antonio Agostini, che ha richiamato la necessità di un cronoprogramma dettagliato di interventi.

Alcune proposte sono arrivate dalla politica presente al convegno. Sul tema sono intervenuti anche il senatore di Forza Italia, Massimo Mallegni, che ha invitato il Governo a non ripetere gli errori fatti nel passato su alcuni interventi di edilizia giudiziaria che non sono stati risolutivi, e il Senatore del Pd, Franco Mirabelli, che ha richiamato la necessità di usare al meglio del risorse del Recovery fund, partendo dai progetti esistenti.

Nelle conclusioni il Coordinatore Ocf, Giovanni Malinconico, si è detto fiducioso che dal confronto con il mondo economico e le istituzioni si possa finalmente avviare un piano di edilizia giudiziaria in grado di dare risposte concrete.

Edilizia giudiziaria: la posizione dei costruttori

Sulla stessa linea il Vicepresidente Ance, Edoardo Bianchi, che ha ricordato come anche la giustizia non sfugge ai medesimi problemi del patrimonio pubblico. Secondo Bianchi l’emergenza Covid ha completamente azzerato responsabilità pregresse: è necessario intervenire subito perché il Pil possa riprendere, riportare il debito pubblico sotto controllo, far crescere l’occupazione, recuperando la funzionalità e il decoro del patrimonio pubblico.

Serviranno anni, ma l’importante è iniziare, stabilendo in primis quali risorse del Recovery potranno essere utilizzate per l’edilizia e le infrastrutture e facendo in modo che il dl semplificazioni, pur con tutti i difetti e l’eccesso di deregulation, possa diventare operativo.