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L'attacco a terra degli edifici in legno

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Lo sapevi che ci sono dei nodi costruttivi di vitale importanza per la salubrità delle strutture in legno? Di fondamentale importanza è l'attacco a terra delle pareti. Scopri il modo migliore di realizzarlo!

Da oltre 50 anni Grosso Legnoarchitetture si occupa, con amore e passione, della realizzazione di costruzioni in legno e ha a cuore tutto quello che realizzia. Per questo motivo l'azienda ha realizzato una piccola guida, forte dell'autorevole esperienza sul campo e dell’autorevole consiglio dello studio TBZ di Bolzano, sulla migliore realizzazione di uno dei nodi costruttivi più critici quando si parla di edifici in legno: l’attacco a terra delle pareti in legno.

Il principio chiave da tenere sempre bene a mente è il seguente: il peggiore nemico del legno è l’acqua, sicché va messa in atto ogni azione possibile per tenerli a distanza.

Ciò ne consegue che il legno non deve stare a contatto con il terreno perché ricco di acqua (anche piovana). Ma in cosa si traduce? La parete in legno deve essere sollevata dalle fondazioni e questo è possibile farlo attraverso un cordolo che può essere ventilato o in C.A.

Ma ci spieghiamo meglio: partendo dallo scheletro, come potete osservare nella seconda immagine in copertina di quest'articolo, la parete, che in questo caso si tratta di sistema a Telaio (pertanto composta da traversi e montanti in legno lamellare con uno strato di coibentazione interno chiuso da pannelli OSB per ogni lato), poggia su un cordolo in C.A. costruito sopra le fondazioni. Esso può essere più o meno alto in funzione dell’impiantistica interna (chiusura impianti idrici/elettrici a pavimento in alleggerito + massetto) e dell’eventuale cordolo ventilato metallico. È sempre ricoperto con guaina bituminosa per evitare l’umidità di risalita.

Dal lato interno, attaccato alla parete portante in legno, troviamo una struttura in cartongesso/fibrogesso predisposta per il passaggio degli impianti a parete e dell’ulteriore strato di isolamento, che parte dal pavimento di fondazione interno. Adiacente ad esso (direttamente sopra le fondazioni) viene posato uno strato di coibentazione sul quale viene poi installato il pavimento finito.

Dal lato esterno, invece, attaccato alla parete portante in legno, partendo dal punto più basso delle fondazioni, troviamo una guaina bituminosa che risale lungo la parete in legno fino a 50 cm circa; al di sopra di essa, sempre partendo dal terreno fino a 50 cm circa da terra, troviamo uno strato di isolamento a cappotto realizzato in XPS (materiale ideale contro l’umidità); continuando per la parete troveremo sempre uno strato di isolamento a cappotto che può essere di varia natura. Proseguendo con la stratigrafia, per la parte superiore verranno applicate rete, intonachino e finitura, mentre per la parte inferiore (si intende sotto il livello del marciapiede) verrà predisposta una zona (larga e profonda 20 cm) con del ghiaione drenante.

Questa è la soluzione di Grosso Legnoarchitetture per questo nodo costruttivo che, come avete potuto constatare, vede necessaria la cura meticolosa di ogni minimo particolare e la messa in atto di tutte le azioni possibili per tenere l’elemento acqua a distanza.