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“Normative per la sicurezza ed efficienza del sistema gas”, il convegno alla Camera dei Deputati

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Alberto Montanini, vicepresidente di Assotermica, ha presentato un nuovo Piano Sicurezza Gas, appoggiato anche da CIG e dall’Autorità per l’Energia


Il punto di partenza è chiaro: oggi, in Italia, gli impianti domestici alimentati a gas sono in condizioni drammatiche: circa il 91% non è "a norma" e addirittura il 4,5% è in condizioni critiche (potenzialmente pericoloso). Esistono inoltre circa 7 milioni di apparecchi a gas "ante marcatura CE" e tanti milioni di componenti e dispositivi "non adeguati". Serve un intervento straordinario per migliorare la sicurezza e ridurre i consumi. E’ questo il focus di un incontro promosso dal Club della Meccanica che si svolto a Roma alla Camera dei Deputati (Sala Mercede).

“Il nuovo Piano Sicurezza Gas che consiste nell’adeguamento alle normative europee può diventare un’occasione di crescita per l’Italia. Abbiamo di fronte un radicale mutamento di scenario e possiamo avviare a soluzione problemi legati alla sicurezza domestica e all’efficienza impiantistica con l’introduzione di tecnologie più adeguate ai nuovi criteri di sostenibilità e risparmio energetico”. Così Alberto Montanini Direttore Normative e Rapporti Associativi di Immergas e Vice Presidente di Assotermica (Anima) ha analizzato “lo scenario Italia” aprendo il convegno: “Normative per la Sicurezza ed Efficienza del sistema gas” che si è concretato nella presentazione di un “piano straordinario di adeguamento degli impianti gas”.

Il piano ideato da Alberto Montanini è stato condiviso prima in Assotermica e poi nella federazione ANIMA. “A questo progetto strategico per il settore - ha commentato Alberto Montanini - hanno dato il loro appoggio il CIG (Comitato Italiano Gas), l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, diversi politici (deputati e senatori) di tutti i principali partiti”.

“Il lavoro da fare - ha detto nelle conclusioni Sandro Bonomi (Presidente ANIMA) - è immenso”. L’enorme parco impiantistico nazionale, che si stima essere di circa 21.600.000 unità (dati AEEG 2011 relativi alle reti di distribuzione) non è adatto a soddisfare i nuovi requisiti che l’Unione Europea sta fissando per i prossimi anni in relazione alle caratteristiche delle specifiche di qualità dei gas naturali distribuibili in rete (compreso quindi il Biometano), al fine di favorire le condizioni per la creazione di un unico mercato competitivo del gas naturale. Che fare? Attualmente il miglioramento dell’efficienza energetica del parco esistente è contenuto nei provvedimenti legati all’agevolazione fiscale IRPEF ed IRES (agevolazioni del 55% e del 36%, fra poco il 50% per un periodo limitato e sperimentale).

Il nuovo progetto si propone di contribuire alla sicurezza ma anche alla crescita sostenibile (adeguare vuol dire anche sostituire vecchie caldaie e vecchi scaldabagni, cambiare la fumisteria e sistemi per l’intubamento di camini esistenti), nell’interesse dei cittadini e dell’industria nazionale senza gravare sul conto economico dello Stato.

Erano presenti in qualità di relatori anche esponenti delle Associazioni ACISM, Confartigianato, ANIGAS e della federazione ANIMA. I tempi stringono. Anche in Italia l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha avviato una consultazione pubblica per valutare le condizioni tecniche ed economiche per la connessione degli impianti domestici alimentati a gas nell’ambito dell’incentivazione dell’uso di energia da fonti rinnovabili come previsto dal decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, che recepisce la 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e si propone di favorire il raggiungimento degli obiettivi definiti a livello nazionale e contribuire alla crescita sostenibile del nostro Paese.