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BAU 2011: porte e cancelli per edilizia sostenibile

Infissi e Serramenti di
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A BAU 2011 verranno presentate le prime EPD per le porte insieme ad un ampliamento dell'area espositiva dedicata a porte, portoni e cancelli: parola d’ordine è “sostenibilità”

Sempre più spesso i bandi di gara richiedono la certificazione della sostenibilità ambientale del prodotto anche per i costruttori di porte, portoni e cancelli. Fra richieste ed elenchi da spuntare, però, i produttori spesso sono “oberati” di incombenze e adempimenti, come sottolinea Ulrich Sieberath, direttore dell’istituto di ricerca ift di Rosenheim: “Regna una grande incertezza.”  

Il problema è che le certificazioni di sostenibilità non sono prescritte dalla legge, ma imprese edili, autorità, investitori e tutto il settore immobiliare residenziale in generale richiedono documenti emessi da enti neutrali a garanzia dell’investimento effettuato, della futura “rivendibilità” e dell’efficienza energetica di edifici nuovi o ristrutturati.

A questo si aggiunge il fatto che le verifiche di sostenibilità possono essere basate su sistemi di valutazione nazionali diversi (ad es. BREEAM in Inghilterra, Casbee in Giappone, LEED negli Stati Uniti, Green Star in Australia, DGNB in Germania) e in competizione fra loro, senza alcuna unificazione in vista nel breve termine. Tutto questo va a scapito dei produttori, ai quali viene ad esempio richiesto di certificare la sostenibilità delle loro porte secondo lo standard Leed.    

L’istituto ift di Rosenheim sta lavorando alla definizione di dichiarazioni ambientali di prodotto per i componenti per edilizia, in particolare porte e finestre. Queste EPD (Environmental Product Declaration) dovrebbero agevolare i produttori nella presentazione delle certificazioni di sostenibilità richieste.

Definendo criteri di valutazione dettagliati, le differenze fra i vari prodotti diventeranno trasparenti e chiare per le imprese edili e i committenti. Andreas Matschi, responsabile gestione prodotti per l’area componenti per edilizia dell’ift, lo spiega con un esempio concreto: “Se un prodotto offre la massima facilità di manutenzione, cura e smontaggio, otterrà un bonus in termini di sostenibilità ed economia, perché garantisce una riduzione sensibile dei costi di gestione a valle.”   

Lobby e associazioni sono state coinvolte nei progetti di ricerca in atto. L’obiettivo è definire sistemi di valutazione che siano applicabili in tutta Europa e, soprattutto, che siano indipendenti dai materiali, per non privilegiare o svantaggiare alcuni prodotti. Sieberath promette: “A BAU 2011 presenteremo le prime EPD per porte e finestre.”   

Il tempo stringe. Le certificazioni di sostenibilità sono già la regola nei grandi progetti edilizi, anche se non esistono ancora norme in tal senso o vincoli legislativi. Ma, per fare un esempio, sempre più banche legano i tassi di interesse agli esiti della certificazione. Il settore immobiliare e il settore pubblico, committente da miliardi di Euro, spingono a favore della certificazione.

Per tutti i nuovi edifici federali costruiti in Germania, ad esempio, viene richiesta la certificazione DGNB Silver o preferibilmente Gold, come conferma il consigliere ministeriale Hans-Dieter Hegner, direttore della sezione di ingegneria edile, edilizia sostenibile e ricerca del Ministero dei Trasporti, dell’Edilizia e dell’Urbanistica (BMVBS).

A BAU 2011 il Ministero metterà il tema della sostenibilità al centro dell’attenzione, con un congresso nelle prime due giornate del salone e una mostra speciale nel padiglione C2 che presenteranno soluzioni di prodotto in collaborazione con partner industriali.

“Green Envelope – Costruire in maniera sostenibile con finestre, facciate e porte” – è il titolo della mostra speciale organizzata dall’ift Rosenheim nel padiglione C4. La mostra speciale spiegherà, sull’esempio di prodotti concreti, come la Environmental Product Declaration (EPD) possa costituire il punto di partenza per le certificazioni DGNB, LEED e BREEAM.