Se gli ingegneri italiani stanno seguendo da vicino, e non senza interventi pungenti, il lungo iter verso un'attesa e necessaria riforma delle professioni, hanno anche gli occhi puntati su quanto di positivo viene proposto in questo senso. La proposta di legge n.3480, ad esempio, presentata alla Camera da Antonino Lo Presti (Pdl), viene salutata con entusiasmo dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
“Da tempo i professionisti attendono una manovra che guidi il comparto delle professioni fuori dalla crisi – ha commentato il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Giovanni Rolando – favorendo in questo modo anche la ripresa del sistema Italia e di chi, come le libere professioni, contribuiscono in modo considerevole al prodotto interno lordo nazionale.
La possibilità di compensare i crediti vantati dal professionista con i debiti tributari, di rivedere il rapporto dei professionisti con la pubblica amministrazione, che tende ad avere tempi lunghi per i pagamenti delle parcelle, di ricevere, come le imprese, incentivi (anche per i giovani che entrano nel mercato), sono punti cruciali individuati dal testo Lo Presti, che andavano finalmente affrontati.
Come fondamentale, inoltre, è il ritorno ai minimi tariffari negli appalti pubblici, che ristabilirebbe le necessarie garanzie per una corretta realizzazione, nonché un equo compenso per le prestazioni d'intelletto, salvando i professionisti più seri e scrupolosi da un'ingiusta uscita del mercato”.
Per il Presidente del CNI, dunque, la proposta Lo Presti è la strada da percorrere per assistere i professionisti, anche loro segnati dalla congiuntura economica negativa, e mettere mano finalmente ad alcuni nodi strutturali.