1. Home
  2. Notizie e Mercato
  3. Fischer in aiuto del corallo rosso

Fischer in aiuto del corallo rosso

Sicurezza e Sistemi di Protezione di
5/5
votato da 1 persone
I sistemi di fissaggio prodotti dll’azienda garantiscono il rispetto per l’ambiente, la praticità e la massima tenuta anche in condizioni estreme

Secondo Ovidio (Metamorfosi, IV, 740-752) il corallo rosso nacque dal sangue di Medusa, quando Perseo la decapitò. La Gorgone aveva la capacità di pietrificare con lo sguardo, ed il suo sangue, al contatto con la schiuma creata dalle onde, pietrificò e colorò alcune alghe.

Oggi il corallo rosso, una delle più preziose specie mediterranee, soffre di un drastico declino a causa del sovrasfruttamento. Ha bisogno di condizioni di vita particolari: salinità dell'acqua costante, contenuto tasso di sedimenti in sospensione, ridotto movimento dell’acqua e illuminazione attenuata. Vive pertanto preferibilmente in luoghi ombrosi e riparati quali grotte semioscure, strapiombi, fenditure delle rocce, a partire dalla profondità di 10/30 metri fino ad oltre  350 metri.

Il corallo rosso ha una crescita molto lenta (meno di 1 cm l’anno in altezza, 0,6-03 mm l'anno in diametro) e questo lo rende particolarmente vulnerabile all’azione di raccolta dell’uomo. Anche se oggi in Italia viene realizzata una pesca di tipo selettivo, effettuata in acqua direttamente da sommozzatori professionisti, a causa della intensità della pesca di cui sono stati oggetto per lungo tempo, molti dei suoi popolamenti risultano impoveriti ed il prodotto della pesca si è ridotto in tutto il Mediterraneo.

Un grido d’allarme che è stato raccolto dal gruppo di lavoro "corallo rosso" del Dipartimento di Biologia, settore Zoologia dell’Università di Pisa, guidato dal Prof. Giovanni Santangelo che ha studiato una tecnica per salvare il corallo. “Si tratta di un invertebrato coloniale costituito - dice il Professore - da piccoli polipi con 8 tentacoli, con uno scheletro calcareo interno di colore rosso brillante ricoperto da tessuto vivente che si riproduce una volta all’anno, all’inizio dell’estate, periodo durante il quale si verifica il nostro intervento”.

Il metodo, messo a punto e brevettato dai ricercatori dell'Università di Pisa, impiega delle piastrelle di marmo di dimensioni 9x12 cm. forate al centro e fissate alle rocce del fondale marino ricoperte dai coralli, ad una profondità fra i 30 ed i 40 metri, pochi giorni prima che la riproduzione abbia luogo. Una sessantina di queste marmette sono state posizionate in mare a Calafuria, vicino Livorno, poi l’esperimento è stato ripetuto all’Isola d’Elba e alle Isole Medes davanti alla costa della Catalogna, a nord di Barcellona. Questo esperimento ha permesso lo studio dell’insediamento del corallo e della sua crescita.

Le piastrelle colonizzate infatti possono essere trasportate in acquario per la sperimentazione dell’allevamento, che una volta messo a punto comporterebbe grandi vantaggi economici. Tale tecnica inoltre potrebbe consentire di favorire la ricolonizzazione di aree in cui il corallo è stato localmente estinto semplicemente trasferendo le piastrelle di marmo colonizzate in queste aree.

Per fissare stabilmente le piastrelle di marmo al substrato roccioso e poterle rimuovere facilmente in un secondo tempo per il loro successivo trasferimento o per permettere misurazioni delle nuove colonie sono stati utilizzati tasselli fischer TAMcon vite inox. “Che si sono rivelati adattissimi allo scopo - dice il Professore, e aggiunge - Le viti, tra l’altro, non si sono ossidate nemmeno dopo 5 anni di immersione”. Una condizione sicuramente estrema nella quale fischer ha dimostrato tutta la sua affidabilità e praticità di impiego".

La possibilità di reimpiantare le piastrelle colonizzate - aggiunge Santangelo - semplicemente svitando la vite che le tiene fissate alla roccia, in aree in cui la specie sia stata localmente estinta potrà favorirne il recupero. Il metodo, che può favorire così la ripresa di popolazioni di corallo sovrasfruttate, acquisisce pertanto particolare importanza ai fini della conservazione di questa preziosa specie mediterranea”.

Il gruppo di lavoro presso il Dipartimento di Biologia (Zoologia) dell'Università di Pisa, porta avanti il "Progetto Corallo" da diversi anni e, pur non disponendo di adeguati finanziamenti, si trova attualmente all’avanguardia a livello internazionale nello studio della crescita, della riproduzione e della gestione di questa preziosa specie Mediterranea.