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Immobiliare: come vanno le compravendite non residenziali?

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Immobiliare: come vanno le compravendite non residenziali?
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L’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate fa il punto della situazione sulle compravendite non residenziali nel terzo trimestre

Dopo aver analizzato la situazione relativa alle abitazioni, oggi diamo un’occhiata all’andamento del mercato immobiliare non residenziale. I dati arrivano dalle Statistiche trimestrali dell’Omi.

Lo studio illustra l’andamento delle compravendite, espresse in termini di Ntn (Numero di transazioni normalizzate), nei settori terziario-commerciale, produttivo e agricolo. I dati, riferiti al terzo trimestre 2023, sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Nel mercato non residenziale le compravendite calano del 6,1% rispetto al terzo trimestre 2022, combinazione dei risultati negativi maturati dal settore commerciale, che registra una flessione del 4,8%, e dalle altre destinazioni, intese come tali le unità immobiliari principalmente censite nel gruppo catastale F, che segnano una discesa dell’8,3%; la contrazione del Ntn colpisce anche il settore produttivo, con una variazione del -9,1%. In controtendenza il settore agricolo, che interrompe il trend decrescente, che aveva caratterizzato l’ultimo anno, riportando un aumento dei volumi compravenduti in tutte le aree, Nord Ovest escluso (-7,4%), pari all’11,3% su scala nazionale, ma il suo mercato, appena 700 unità scambiate delle 50.500 totali, non è in grado di influenzare l’andamento dell’intero comparto.

Le sotto-destinazioni del settore terziario-commerciale

Il report descrive con maggiore dettaglio il settore terziario-commerciale (Tco) analizzando singolarmente le sotto-destinazioni che lo compongono: uffici e studi privati, negozi e laboratori, depositi e autorimesse e, infine, il gruppo composto dalle unità appartenenti alle categorie catastali B/4, D/2, D/5, D/8.

Il ribasso delle compravendite di uffici, pari al 3%, è accompagnato da una riduzione della superficie trasferita (Stn), circa il 12% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022, evidenziando anche una certa disomogeneità sul territorio nazionale: infatti, la diminuzione del Ntn si osserva al Nord Ovest (-8,3%) e al Centro (-13,1%) mentre nelle altre aree si rileva un aumento, in particolare al Sud, dove la variazione positiva è prossima al 19%.

I negozi mostrano una sostanziale stabilità, registrando un lieve rialzo sia nei volumi, +0,7%, sia nella Stn, +0,3%, a differenza dei depositi commerciali,che, invece, subiscono una contrazione dell’8,5%, diffusa in misura diversa su tutte le aree territoriali.

L’ultimo gruppo, seppur numericamente trascurabile, conta circa 1.500 Ntn, in crescita del 9,6% rispetto al terzo trimestre 2022.

Con riferimento allo stesso settore terziario-commerciale, nelle grandi città si osservano due situazioni speculari: quella di Milano, che nei mesi di luglio, agosto e settembre ha riscontrato grandi difficoltà, con cali prossimi al 30% per uffici e depositi, e del 20% circa per i negozi, e quella di Napoli, che, invece, esibisce incrementi poco superiori al 20% in tutti i segmenti del settore. Oltre alla città partenopea, la flessione delle compravendite di uffici risparmia solo Genova, dove il rialzo è dell’8,4%, a scapito dei negozi, che presentano dati positivi quasi in tutte le città, esclusa Torino (-11,9%) e la già citata Milano. In relazione ai depositi commerciali, si evidenzia il brusco calo nella città di Palermo,che passa dalle oltre 100 transazioni registrate nel terzo trimestre 2022 alle 64 del terzo trimestre 2023, pari al 41% in meno.

Il settore produttivo mostra una contrazione dei volumi scambiati in tutte le aree a eccezione del Nord Est (+5,8%). Le unità del settore appartenenti alla classe di rendita 500-5.000 euro assorbono circa il 46% del totale delle unità compravendute, seguito dagli immobili con valori di rendita superiori a 5mila euro, che rappresentano il 32,6% delle unità scambiate nel trimestre. Le variazioni, nel dettaglio delle classi di rendita, riportano tassi tendenziali negativi a due cifre, in particolare tra il -11,3% e il -16,2%, a eccezione della classe 500-5.000, che nel terzo trimestre 2023 perde meno delle altre, il 4,3 per cento.