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Liberalizzazioni: Architetti, si elimini l’eccesso del potere del socio di capitale

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Secondo il Consiglio Nazionale si tratta di una stortura che, di fatto, vanifica la logica stessa dell'istituzione di una specifica forma di società dedicata ai professionisti


"Ci auguriamo- dopo l'emanazione del dl sulle liberalizzazioni, con il quale il Governo Monti ha dimostrato di saper realizzare la  riforma del mercato con  grande senso di equilibrio e di  responsabilità - che  da lunedì prossimo possa ripartire il percorso sulla Riforma delle professioni che è complesso, ma urgente.

Ancora più urgente è la regolamentazione delle società professionali, per le quali è indispensabile correggere la stortura che consente al socio non professionista di poter amministrare e di possedere la maggioranza del capitale.  Stortura che, di fatto, vanifica la logica stessa dell'istituzione di una specifica forma di società dedicata ai professionisti".

Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

"Abbiamo molto apprezzato, in particolare, - continua - la competenza e la capacità di ascolto del Ministro Severino che, all'interno di un precisa politica di riscrittura delle regole, ha proceduto con buon senso, raccogliendo -  purchè utili al Paese -  i contributi delle professioni. L'aver lasciato il riferimento ai parametri nei contenziosi è, infatti, un atto di buona amministrazione, tutto a vantaggio dei cittadini e del buon governo dell'economia e della giustizia."

"Per quanto riguarda, poi, il preventivo obbligatorio, condividiamo la norma che consideriamo utile per un rapporto trasparente con i clienti, ai quali non ci si dovrà limitare a preventivare i costi ma, occorrerà descrivere dettagliatamente la complessità della prestazione professionale. Solo in un rapporto di grande trasparenza, infatti, il confronto concorrenziale può regolare i rapporti professionali, senza offrire il destro alle truffe o alla promozione ingannevole come quella che quotidianamente  circola su internet".

"Il tirocinio misto, prima all'università e poi negli Studi professionali - aggiunge il Consiglio Nazionale - può essere un'ottima soluzione, purchè, anche in collaborazione con il Ministro Profumo, si disegni un percorso virtuoso che colleghi la scuola al tirocinio fino all'esame di Stato e che migliori la qualità dei neo professionisti senza ostacolarne l'accesso al mercato.

Ciò potrà costituire un' occasione  importante  per abbattere steccati storici tra università e professione, assumendoci tutti la responsabilità di far crescere e maturare una classe e una generazione professionale competente e capace di affrontare le nuove sfide che ci aspettano".

Molto positivo il giudizio sulla possibilità di accesso ai Confidi da parte degli architetti che soffrono del vero "spread" che misura la distanza dei pagamenti da parte dei clienti (da sei mesi dei privati ad oltre un anno la P.A.) e il credito bancario, che nei casi migliori arriva a 60 giorni.

"Se dobbiamo accettare alcune regole del mercato - sottolinea il Consiglio Nazionale - e lo facciamo quotidianamente, dobbiamo averne non solo gli svantaggi, ma anche i vantaggi. Il Governo dovrebbe intervenire in questo senso anche sulle reti d'impresa dalle quali, secondo l'agenzia delle entrate, siamo esclusi. Concorrenza, infatti, vuol dire innanzitutto pari opportunità.

Gli architetti italiani - conclude -  ribadiscono la loro disponibilità a mettersi al servizio del Paese. Al Governo e al Ministro Severino non chiediamo tavoli di contrattazione, ma di poter mettere a frutto la nostra profonda conoscenza della realtà professionale per investire sul futuro del Paese. Offriamo, inoltre, la capillare rete degli Ordini sul territorio per farne dei presidi di legalità contro le infiltrazioni mafiose nei cantieri, contro l'abusivismo edilizio e l'evasione fiscale. Quali organi dello Stato siamo responsabilmente pronti a fare il nostro dovere".