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Politiche abitative: le proposte prioritarie delle Regioni da discutere col Governo

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Pur in presenza di un quadro generale di finanza pubblica sofferente, le Regioni chiedono di rimettere il tema dell’abitare al centro di un’agenda politica


Le Regioni sono fermamente convinte sulla necessità di ripensare con urgenza una politica per l’abitare sociale attraverso soluzioni concordate e concertate tra i diversi attori istituzionali così, in previsione di un confronto istituzionale da avviare quanto prima nell’ambito del Tavolo di concertazione sulle politiche abitative costituito nei giorni scorsi dal ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Lupi, le Regioni hanno compilato l’Agenda delle priorità.

Pur in presenza di un quadro generale di finanza pubblica sofferente le Regioni chiedono al Governo di rimettere il tema dell’abitare al centro di un’agenda politica concordata con il livello locale dando corpo al dettato costituzionale, in uno spirito di leale collaborazione, evitando provvedimenti sporadici, piani emergenziali, gestioni accentrate o ruoli solo nominalmente riconosciuti, come successo ad esempio con il Piano città, attivando reali percorsi di governance, multilivello e orizzontali, i quali esigono reciproco riconoscimento e passi simultanei.
 
Queste in sintesi le proposte delle Regioni, sottoscritte dal presidente Errani e trasmesse al ministro Lupi:
1. Razionalizzazione della tassazione per l’edilizia residenziale pubblica (es.: esenzione totale IMU per i cd. “alloggi sociali” come definiti dal DM 224/4/2008, riduzione aliquote Iva sulle transazioni per la costruzione e l’acquisizione di fabbricati da destinare all’edilizia pubblica).
2. Incentivi alla locazione unitamente alla revisione della legge n. 431/1998.
3. Definizione delle modalità per favorire il coinvolgimento di investitori privati.
4. Necessità di ricercare finanziamenti aggiuntivi rispetto alle risorse di settore attraverso i fondi strutturali europei o attraverso il fondo nazionale di sviluppo e coesione ex FAS.