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Equo compenso: come funzionerà il monitoraggio?

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Equo compenso: come funzionerà il monitoraggio?
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Vediamo cos’è emerso da una riunione sul monitoraggio dell’equo compenso, tra esponenti del Ministero della Giustizia e Rete Professioni Tecniche

L’equo compenso è una delle battaglie più importanti dei professionisti italiani. Negli ultimi tempi si stanno facendo notevoli passi in avanti, mala situazione va costantemente monitorata. Per questo, nei giorni scorsi, s’è tenuta in videoconferenza una riunione operativa tra Ministero della Giustizia e Rete Professioni Tecniche, finalizzata all’avvio concreto dell’attività di monitoraggio sulla corretta applicazione dell’Equo Compenso, affidata al Nucleo centrale di monitoraggio istituito presso il Ministero.

Alla riunione hanno partecipato, per conto del Ministero, Pietro Enzo Gancitano (Consigliere del Ministro Bonafede per le libere professioni), Maria Casola (Capo DAG), Maria Lavinia Buconi (Magistrato di gabinetto), Luca Buffoni (Magistrato addetto ufficio legislativo) e Roberto Bonanno (Magistrato DAG). La delegazione della RPT, guidata dal Coordinatore Armando Zambrano, era composta anche dai Consiglieri Maurizio Savoncelli e Sabrina Diamanti.

Le istanze della Rete Professioni Tecniche

In occasione dell’incontro, la Rete ha sottolineato la grande attesa, da parte degli iscritti agli Ordini e Collegi professionali aderenti, nei confronti del monitoraggio sull’equo compenso. Soprattutto perché, con particolare riferimento all’applicazione della normativa relativa al Superbonus 110%, grandi aziende e general contractors stanno manifestando la tendenza al coinvolgimento dei professionisti dietro la corresponsione di compensi non adeguati. Gli stessi soggetti approfittano del meccanismo per trattenere cifre fino al 40% degli importi complessivi per attività non sempre effettivamente svolte.

La Rete, inoltre, ha colto l’occasione per porre la questione della Pubblica Amministrazione, che, in taluni casi, si pone in contraddizione con l’applicazione del principio dell’Equo Compenso, come dimostra l’ultimo pronunciamento del TAR, in questo caso di Milano, che ha dichiarato legittimo che un professionista esegua una prestazione gratuitamente per la PA in cambio di pubblicità. In questo senso la Rete ha chiesto al Ministro Bonafede di dare un segnale forte.

Sul piano puramente organizzativo, la Rete ha comunicato che sono stati attivati i Nuclei territoriali di monitoraggio, che hanno il compito di effettuare un primo screening delle segnalazioni che denunciano la mancata applicazione dell’equo compenso. Di comune accordo col Ministero, è stato deciso che le schede di segnalazione, opportunamente compilate, saranno inviate al Nucleo centrale e saranno raccolte in una banca dati. Sulla base delle informazioni in essa contenute, in accordo col Protocollo d’intesa firmato con la RPT lo scorso luglio, il Ministero provvederà a segnalare le violazioni all’Autorità garante per la concorrenza e a sollecitare i diretti interessati ad adeguarsi alla normativa. Qualora lo ritenesse opportuno, il Ministero può sollecitare opportune iniziative legislative.

Il Ministero della Giustizia e la RPT si riuniranno nuovamente a fine mese per verificare il corretto andamento dell’attività di monitoraggio.

 

Allerta Covid-19

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